Ho il sospetto che Aurelio De Laurentiis stia lavorando alla sceneggiatura di un film. Titolo: “Napoli mon amour”, che preferirei a “My Love” o “Mi amor”, come alle versioni più à la page, araba (“Habibi”) e cinese (“Wo Ai Mi”). Mi piace, in fondo, il levissimo (freschissimo) tono della più recente storia azzurra, giocato sulla passione e sul tradimento. E non dico tanto della poco commendevole vicenda di Edinson Cavani, che mentre aspetta di perdere la maglia del Napoli ha nel frattempo perduto per sempre la sua immagine di santino per tornare banale figurina; mi riferisco piuttosto alla brillante sortita di Don Aurelio quando ha commentato la fuga della “moglie” Mazzarri verso altre alcove e ha posto rimedio immediato al tradimento munendosi di un nuovo amante, e quale amante: da Walter a Rafa, come passare – consentitemi la malignità – da Valeria Marini a Penelope Cruz. Il che mi riporta alla memoria un antico amore, alla fine del quale mi sentii dire «mi auguro di rivederti con una donna più bella di me», chiusura molto signorile di una storia appassionante spentasi nel dispetto. Così ha reagito il presidente del Napoli, trascorrendo da stagioni pur nobilitate da una Coppa Italia e dalla qualificazione in Champions all’ambizioso progetto dello Scudetto e del successo europeo accompagnati, come sempre, dalle note di “’O Surdato ’Nnammurato”. Se uno si porta a casa Benitez, con quel curriculum e quella spesa (oltretutto “monogamo”, come l’ha definito Aurelio rammentando la lunga fedeltà a Liverpool) non può nascondere non tanto il desiderio quanto il concreto progetto di conquistare il tricolore e una Coppa orecchiuta, sfiorato un paio di volte e perduto per incidenti di percorso che, pur ammirando il lavoro di Mazzarri, ho sempre denunciato. Benitez vuol dire anche – fuori delle metafore erotiche – il progetto di fare una squadra forte e vincente più di quanto non sia stato il pur fascinoso Napoli che abbiamo raccontato in questi anni dati alla rinascita prima del grande balzo che è lecito attendersi nella prossima stagione, così come promettono gelosie e rivincite. Don Aurelio sogna di portare la sua squadra a risultati tali da far impallidire l’Inter di Mazzarri, Don Rafa sogna di far soffrire il Moratti che lo liquidò come un tapino e che oggi – a dar retta al gossip finanziario – sembra costretto a cedere la sua Beneamata a un tycoon indonesiano. Mentre il bilancio azzurro legittima una importante campagna di rafforzamento. Già si parla degli uomini del futuro e confesso che nessuno dei nomi già fatti mi esalta, a parte quello di Cerci, pur dubitando che Benitez abbia voglia di mettersi in casa un campione capriccioso; per come la penso io, ammiratore dei Bad Boys, prenderei anche Osvaldo. Ma c’è tempo per discutere le scelte. Oggi sarebbe straordinario se Rafa Benitez, ch’è venuto a Napoli per recuperare gli splendori di Liverpool, convincesse De Laurentiis a trattenere Cavani. Colonna sonora del film, “’O Matador ’nnamurato”.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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