Juve primissima. E Conte c’è, nascosto ma c’è. Lo noti da quei sei minuti d’Intensità (’75-’81) in cui l’ubbidiente Alessio sostituisce l’ombra Vidal con Pogba, vent’anni nelle gambe e nel cuore, e Asamoah con Caceres, l’arma segreta dei bianconeri. Due sostituzioni azzeccate, due gollampo: e se il gol segnato da Caceres dopo due minuti dall’ingresso in campo chiama in causa chi l’ha lasciato libero di colpire di testa con precisione e violenza, e dunque frutto di una colpevole distrazione, il gol segnato dal ragazzo di Francia respinto dal Manchester United dopo tre inutili stagioni merita un applauso. Bellissimo. E lì si spegne il Napoli di Mazzarri che, mentre Conte attizzava il fuoco, cincischiava senza avere il coraggio di giocarsi carte nuove. E non dico di quella fase, ma prima, molto prima: spesso ha ragione chi non c’era, soprattutto quando il risultato non è recuperabile e si cercano scuse, ma Insigne l’avrei fatto entrare già nella parte finale del primo tempo, notando il progressivo rilassamento di Pandev e il vistoso calo di Hamsik coinciso con la sparizione di Pirlo: da protagonisti annunciati a comparse quando il tono agonistico del match è cresciuto. Prima, due squadre della stessa dimensione tecnica, con un Napoli attento a non strafare e pronto a colpire in contropiede e una Juve che senza essere pericolosissima ha messo alla prova la difesa azzurra: e infatti De Sanctis, caricato dalla Nazionale, fin che ha potuto ha fatto il Buffon. Poi l’hanno tradito. Resterà impresso, nella fantasia dei tifosi, il successo delle mosse di Conte rispetto al ritardo di Mazzarri nelle contromosse; ritardo inspiegabile, come se ad un certo punto il tecnico del Napoli avesse pregustato un utilissimo pareggio; atteggiamento lecito davanti a chiunque, non con la Juventus che, priva di attaccanti attendibili, affida la sua lunga linea dorata di successi (47, e lo sono anche i pareggi) a combattenti indomiti o avventurosi. Come ieri. Un’occasione sprecata ma soprattutto una “carica” perduta, con il rischio che un Napoli sospinto da due settimane di battage mediatico finisca per demoralizzarsi. E nessuno mi venga a dire che c’è sostanziale differenza di forze fra i due club, tale da spiegare la vittoria juventina: l’assenza di Buffon e Vucinic non s’è sentita (soprattutto perché Storari non ha dovuto fare una parata) e i gol li hanno segnati due panchinari. Uno dei quali, Pogba, farà molto parlare di sè. Lo hanno definito vice-Pirlo, a vent’anni ha sicuramente poca esperienza rispetto al Maestro ma molte più energie da mettere a disposizione di ottima visione di calcio e piedi buoni. A Napoli c’è un giovanotto che continua ad attendere il suo turno, Lorenzo Insigne, che non credo inferiore agli juventini visti ieri: sarà il caso di dargli più fiducia.
M.V.
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