Fate un monumento a Campagnaro, riguardatevi mille volte il suo missile che ha piegato un grande Marchetti eppoi, mi raccomando, inviate messaggi adeguati a chi s’è messo in testa di venderlo all’Inter, privando la squadra di uno dei pochi guerrieri che anche iersera l’hanno salvata. Campagnaro, l’onesto Pandev e il soldatino d’oro Insigne lasciano aperta la porta alla speranza nonostante il gol di Floccari che ha voluto fortissimamente imitare il suo compagno d’avventure riminesi, Alessandro Matri, trascinatore di una Juventus che non è più la Bella Addormentata ma una implacabile dominatrice: la Fiorentina, davanti alle furie bianconere, sembra una squadra da zona retrocessione. La scena madre si reciterà il primo marzo al San Paolo. Allora si faranno i conti decisivi. Se nel frattempo Mazzarri saprà ricostruire la squadra dei sogni e impedire che la difesa appaia all’improvviso come ubriaca, visti gli svarioni di De Sanctis e Cannavaro cui ha messo riparo proprio Campagnaro anche quando Hamsik ha dato una mano alla difesa. Fra un Napoli e l’altro Petkovic ha imparato… l’italiano. E ha studiato come ci si difende, cancellando il ricordo dei tre gol dell’andata firmati Cavani. Ma nel frattempo il Napoli ha dimenticato se stesso scendendo all’Olimpico senza fuoco per un intero tempo, irriconoscibile, mentre col passare dei minuti la Lazio montava come panna, assumendo la padronanza totale del gioco con un pressing asfissiante, una relazione perfetta fra reparti e rifornimenti continui per gli attaccanti. Nel lassismo inspiegabile dei napoletani, Floccari ha messo dentro il primo gol (11’) e ha continuato a cercare la porta mentre per vedere all’opera Cavani ci son voluti 38 minuti, un assist sontuoso di Zuniga e un colpo di testa del Matador che si è stampato sulla traversa. L’impressione che ognuno giocasse per se stesso – con l’unica eccezione di due generosissimi, Campagnaro e Pandev – è svanita appena è entrato in campo Insigne per sostituire l’infortunato Behrami. Con il tamburino napoletano il Napoli è ridiventato squadra, come nelle migliori occasioni, e se ancor oggi, nonostante i due punti lasciati all’Olimpico, si può parlare di una candidatura azzurra allo scudetto lo si deve al fascinoso ragazzino che ha piedi fatati e intelligenza da veterano. Gli dia fiducia, Mazzarri: è uno dei pochi che gioca con l’anima del vittorioso, con l’ispirazione del poeta del gol che intanto pensa a farsi con somma modestia e infinito amore uomo squadra, suggeritore strepitoso – come s’è visto – per il Cavani che intanto resta all’asciutto per due turni consecutivi, proprio nei giorni in cui perditempo lo mettono virtualmente sul mercato sparando cifre insolenti. Non credo sia distratto dai ludi mediatici, il Matador, ma è augurabile che s’impegni sempre di più per realizzare un sogno non impossibile proprio perché è in programma il confronto diretto con i campioni d’Italia. Per chi vede calcio con competenza, il punto sottratto alla Lazio piu battagliera di sempre è un punto prezioso.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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