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Italo Cucci: “Per Lorenzo subito l’oro”

E’  andata così: la Pellegrini ha perso, il Napoli ha vinto. E ha scoperto Insigne. Applausi a scena aperta per il figlioccio di Zeman, attore principale della serata tuttativù. Fa un po’  ridere la televisione che fa  concorrenza a se stessa e tuttavia in una domenica invasa da ogni sport, Formula Uno compresa, il Napoli aveva una gran voglia di farsi vedere e applaudire dal suo (ristretto quanti caloroso) popolo. Tutto sommato – dico dopo aver penato per la Fede momentaneamente perduta – valeva la pena fare questo assaggio  estivo, se non altro per vedere una squadra che ha lavorato. E si capisce dall’impegno quanto dai progetti  non ancora terminati. Come il centrocampo, sempre più nei piedi di quello sgobbone di Gargano! Felicissimo – come sempre – di lasciar correre l’avventura a Hamsik, che ci prova subito, e subito va in gol, dedicandosi poi al controllo di un Napoli che tatticamente sarà soprattutto suo. Forse è un’illusione, ma pare di averlo già visto  più maturo. Partita utile, dunque, contro il Bayer “Aspirina” messo in campo altrettanto seriamente e pronto a far soffrire l’ottimo Rosati con un gol maligno dopo che s’era esibito in una parata cinematografica. Per carità niente esagerazioni, in fondo mancavano Cavani e… Lavezzi. Era  infatti l’occasione per valutare il post-Pocho, anche se il suo posto e il suo ruolo non potranno mai essere imitati. E infatti Mazzarri a questo dettaglio lavora, esprimendo la massima fiducia a Pandev, che se la merita in misura di un onesto riconoscimento a onesto comportamento. Forse voleva mettere alla prova anche Behrami, Mazzarri, ma ci penserà al prossimo giro.  Per ora s’è goduto Insigne, un ragazzo che “sente” il profumo del pallone e lo insegue affascinato e lo tratta con disinvoltura bambinesca, come se  fossero nati insieme. In tutto questo c’è non solo l’Insigne ma anche l’Eccesso. E Mazzarri dovrá meglio  disciplinare il suo piccolo fenomeno, affinché “parli” coi compagni: con Cavani in particolare, quando arriverà. Ma non facciamo confusione con Lavezzi: il Pocho è un campione/gregario, generoso e dialogante,  al limite incurante del gol. Questo Insigne è caratterialmente degno del nome che porta. Buon lavoro, Mazzarri.

Fonte: Il Roma

La Redazione

M.V.

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