Uno-a-due non va bene ma lascia porte aperte alla qualificazione. Zuniga ha buttato il pari al 94’ ma – bontà sua – ha confermato l’aggressività ritrovata dal Napoli dopo oltre un’ora di gioco rinunciatario, come spesso succede al club che fino a qualche mese fa veniva onorato d’applausi a scena aperta. In quel lungo sonno azzurro il Sannino ha recitato la sua parte di Mister Rivelazione, quel tecnico raffinato che solo pochi giorni prima aveva messo in crisi la Juve scatenata con un Siena che non indulge a finezze, anzi, prevale fisicamente sull’avversario, ma rivela un gioco autorevole che non s’addice a una provinciale pericolante ma a una buona squadr a di centro classifica. Ed è un Siena audace quello che beffa il Napoli al 42’ con un bellissimo gol di Reginaldo sfuggito a un Campagnaro sempre più provato; è un Siena decomplessato quello che addirittura si consente il raddoppio con un altro gol bellissimo al 66’. Gol-sveglia per un Napoli afflitto che tuttavia ha già mostrato voglie e mezzi per riprendersi grazie all’ingresso di Lavezzi. Il Pocho è il Genio del Napoli, sa fare anche miracoli, come resuscitare gli addormentati e vivacizzare i guerrieri stanchi e spesso rilassati. Per tutti questi, anche dopo l’ingresso non sensazionale di Inler, ha lavorato spesso inutilmente Gargano, medaglia d’oro al valor civile, ma certo s’è trovato meglio con il Pocho, così come Cavani che prima parlava con le stelle eppoi s’è fatto pericoloso mancando almeno tre occasioni da gol per pura sfiga e anche per qualche leggerezza arbitrale (ma niente vittimismo: ho l’impressione che porti male…). Sannino, il Napoletano Volante, meritava la vittoria ma il gran finale di un Napoli vivificato dall’autogol di Pesoli non avrebbe scandalizzato se avesse portato…al San Paolo un pareggio. Nel buio del Franchi ho visto anche un paio di fantasmi, Hamsik e Vargas, anche se Marekiaro può accusare qualche momento di stanchezza mentre il cileno non riesce ancora a farsi conoscere, resta un oggetto misterioso e non trova ancora l’intesa necessaria. Alla fine – anche se non amo far pronostici – mi resta l’impressione di una squadra che al ritorno può fare il risultato semplicemente perché è più forte del pur eroico Siena e deve dimostrarlo. Lo chiede il popolo del San Paolo, lo chiedono quei fedelissimi che si sono presentati al “Franchi” a cogliere non lampi azzurri ma l’ennesima delusione condita di speranza. Un piatto amaro. Lo chef Mazzarri cambi il menù.
Fonte: Il Roma.net
La Redazione
M.V.
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