Una notte al Sottovento non fa male a nessuno. Al massimo, nuoce al portafoglio. Ma se uno ha il portafoglio di Ezechiele Lavezzi, dov’è il danno? Cari amici, è agosto, le stelle sorridono, il vino è buono, perché dannarsi l’anima se il “Pocho” ha passato ‘a nuttata alla diavola e non da Angelo dalla Faccia Sporca, com’erano quegli argentini da battaglia e da passione che si chiamavano Omar Sivori, Humberto Maschio e Antonio Valentin Angelillo, tre autentici scugnizzi che avevano lasciato la loro terra divina per cercar fortuna nell’Italia pallonara mentre tanti italiani sbarcavano a Baires per cercar fortuna nella pampa. Ecco, sono in serata di perdonismo perché il Pocho è già stato afflitto dalla nazionale di Batista, perché l’inverno argentino lo invogliava a una canagliata estiva in Sardegna; e perché ricordo di avere incontrato una notte di tant’anni fa al “Sottovento”, fra Porto Cervo e Porto Rotondo, una stradonna che voleva fuggire con me. Convinta che avessi la barca. E quando scoprì che viaggiavo con la Meridiana mi mollò indispettita. Perché avevo comunque già riscosso un anticipo di sogni. E cerco di buttarla sul leggero, questa historietta estiva, classico fumettone di stagione fra Flavio Briatore e Simona Ventura – ahiloro privi di Lele Mora – se in realtà non nascondesse un classico veleno d’agosto, ovvero uno di quei trucchi da calciomercato che Italo Allodi un giorno mi illustrò raccomandandomi di andare sempre “oltre i fatti”. E i fatti sono noti: il Pocho è arrivato stanco dall’Argentina invernale, ha chiesto un posto al sole (in Sardegna), De Laurentiis gliel’avrebbe negato se Mazzarri – comprensivo – non gliel’avesse invece concesso. Il veleno dov’è? Intanto, grazie alle cronache di una notte brava al “Sottovento”, è l’ennesimo tentativo di metter contro presidente e allenatore, riagganciandosi all’infausto maggio del loro scontento che allora creò un amaro disoccupato – Gasperini – liberandogli tuttavia con svolte romanzesche la panchina rovente dell’Inter. È bene che tra i due corra buon sangue poiché se dovessero rompersi nuovamente a perderci sarebbero solo i tifosi del Napoli, quelli che in una domenica di agosto si sono presentati in più di trentamila al San Paolo. Figurarsi che cosa accadrà in campionato e in Champions League. Dunque, meglio andare d’amore e d’accordo poiché solo così arrivano i risultati. Non ci voglio proprio pensare a cosa accadrebbe se si dovesse essere bastonati per qualche giornata di seguito. Conoscendo il Napoli di un tempo e in riforzi attuali, però, sarà davvero molto difficile.
Tornando al Pocho, c’è ail sospetto di un classico polverone “allodiano”, ovvero il malcelato desiderio del club azzurro – diciamo così – di portarsi a casa trentuno milioni di euro, vale a dire il prezzo della cessione del Pocho ai tanti (?) richiedenti. Ma io sto ai fatti, non alle favole: ho applaudito De Laurentiis per la campagna acquisti che comprende anche i Tre Tenori – Hamsik, Lavezzi e Cavani – dai quali avrebbe potuto ricavare un tesoro; lo ritengo un gentiluomo e non uno dei tanti pezzi di m. o teste di c. che va reclamizzando in tivù e sui giornali. Eppoi, se sbaglio correggetemi: mi dite chi sono quelli disposti a spendere trentuno milioni per un Angelo del Sottovento che da oltre un anno deve dimostrare di esistere oltre la passione del popolo azzurro?
Fonte: Italo Cucci per Il Roma
La Redazione
S.D.
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