E già lo chiamano TurboVargas. E s’accapigliano: «Io l’avevo detto, tu no!». «Vengo anch’io!». «No tu no!». Fuori del San Paolo hanno organizzato un carro dei vincitori. Non ho bisogno di salirci. Ma sono contento che il piccolo cileno abbia trovato la sua dimensione e tre gol che non dimenticherà mai, surrogato da una passione che non so se improvvisa o rattenuta. So che è passione e non la discuto. Anzi, avendolo mazzolato più d’una volta, Vargas, lo applaudo anch’io, senza riserve, senza dire che gli svedesi – quelli neri tostissimi in particolare – mi sono parsi più generosi che tecnici, più vogliosi di partecipare che convinti di vincere. Niente scappatoie: non è la Coppacampioni, questa, ma lode al Napoli che entra in Europa League e la onora, dando soddisfazione a Sky che l’ha resa finalmente pubblica, dando una mano al progetto di recupero di un posto al sole mentre prima,
quand’era più o meno clandestina, già da quando si chiamava Coppa Uefa, veniva colpevolmente snobbata. Vargas ha molti meriti, a parte i tre gol tutti di buona fattura (il quarto, di Dzemaili, ha siglato un successo pieno e fatto dimenticare la sciocchezza di Marek Hamsik bèccato in un fllo di reazione bambinesco): Vargas ha anche il merito di avere divertito e confermato – sarà contento il tecnico – l’affermazione di Mazzarri che disse «non ho più titolarissimi ma una bella rosa di titolari». Quindi non parleremo di turnover ma di Napoli Due, da proporre a seconda della risaputa qualità degli avversari: questi non erano di peso ma la strada è lunga e arriveranno anche i disturbatori del pubblico entusiasmo. Il Napoli saprà come affrontarli: ieri sera – a parte lo scazzo di Hamsik – lo ha fatto serenamente e giocando. Quando è venuto il momento, tutti i compagni hanno tifato per Vargas, che sarà pur piccolo ma non è finito come Giovinco a prendersi calci e spintoni finchè s’è nascosto fra l’erba di StamfordBridge. Serissimo – e lodevole – anche l’impegno di Insigne: ha capito che la serata era di TurboVargas, non di un potenziale rivale, e ha obbedito alla consegna di Mazzarri che vale anche per il campionato, giocando più per la squadra che per se stesso. Tutti gli altri, ordinati e compresi della necessità di guardare avanti, verso la conquista di un trofeo che ieri vedeva in campo anche il Falcao dell’Atletico, ieri per molti solo “quello dell’Europa League”, oggi ammirato da tutti. Se poi devono continuare le discussioni su Vargas fra chi l’aveva detto e chi l’aveva sfottuto, il problema è da Bar Sport. Non tocca Mazzarri che sicuramente da ieri sera sa di avere non più una squadra di dodici/tredici giocatori ma una fiorita rosa dei venti. Non lusinghieri i risultati delle sfide delle altre italiane impegnate in Europa League. Infatti nessuna tra Udinese, Lazio e Inter è riuscita a brindare con un successo l’esordio in campo internazionale. L’Udinese ha pareggiato grazie al solito Totò Di Natale, l’Inter due volte sotto con il Rubin ha evitato la sconfitta nel finale, mentre la Lazio è rimasta al palo in trasferta contro il Tottenham.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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