È vero: De Laurentiis – uomo d’umor cangiante come il meteo di questo luglio circeo – è spesso duro con i giornalisti ma è altrettanto teneramente disponibile quando, come ierlaltro, diffonde fluviali pensieri su tutto, favorendo articolesse e titoli importanti. A ben vedere, lui che detesta (dice) sentir parlare di soldi, ha in realtà sparato l’unica cifra significativa di questo momento di mercato a dir poco sobrio, come piace ai professori che ci governano. “Cavani? Ne parlerei solo davanti a cento milioni…”. Insomma, l’affarone di Berlusconi – quei centosettanta euromilioni strappati agli emiri – lo ha colpito, rivelandogli un aspetto del calcio cui forse non aveva mai pensato. Don Aurelio è spesso esagerato ma dalle parole ai fatti, ai soldoni strappati al Paris St.Germain per Ibra e Thiago Silva, ci corre una decina di Lavezzi. Il resto, chiacchiere che montano come panna, come la valutazione di Destro e Jovetic, mistero glorioso di queste ore. C’è così poco calcio – e non ditemi del Trofeo Tim, primo test stagionale giocato sul terreno impossibile di Bari quasi a voler dire che il problema stadi è lontanissimo da soluzioni – c’è così scarsa materia tecnica che alla fine si dedicano paginate a Raiola, l’ultimo stregone del calciomercato: l’impudente ex pizzaiolo di Haarlem ha prima mangiato nel ben fornito piatto del Milan poi ci ha sputato dentro. Il che non è una novità. Stupisce, piuttosto, come le sue accuse al calcio italiano “decadente” siano state accolte acriticamente dai media nostrani. Bisognerebbe spiegare a Raiola – e ai lettori, ascoltatori e spettatori – che la Spagna sta vivendo un momento tragico dal punto di vista economico/finanziario: la Catalogna è in default, ma non sta meglio la capitale, ed è difficile, se non impossibile, che i soccorsi della Banca Centrale Europea destinati alla Spagna finiscano – com’era programmato – nella casse del Real e del Barcellona; nè se la passa meglio – emiri e sceicchi a parte – il calcio britannico che ha addirittura perduto – per ora – l’illustre squadra scozzese dei Rangers di Glasgow, chiusa per debiti, mentre l’United dell’ex tycoon Milton Glazer presenta un bilancio rosso di vergogna. E non basta: De Laurentiis, animato da sacro fuoco italico, ha tirato in ballo Platini che come presidente dell’Uefa predica il fair play finanziario e come francese tollera le spese faraoniche del Paris St.Germain nel quale (dice don Aurelio) lavora addirittura Platini jr. La difesa a oltranza di Hamsik e Cavani è la mission del Napoli, così come la recente acquisizione di Insigne e gli elogi che gli ha dedicato don Aurelio segnalano la volontà di aprire al mercato nazionale e ai giovani. Come potrebbe accadere a Milano, dove anche Inter e Milan non sembrano volere assecondare le follìe pretese da qualche tifoso in contrasto con la drammatica situazione del Paese. E’ vero che il calcio l’ha sempre fatta da consolatore degli afflitti ma l’effetto positivo si può ottenere non solo coi soldi ma anche – e soprattutto – con intelligenza e competenza. Alla fine, ne sono sicuro, avremo un campionato bello e appassionante come sempre. Alla faccia del modello spagnolo che Prandelli e i media – il primo per motivi tecnici, i secondi per fini esclusivamente spettacolari – vorrebbero imporci. Fidatevi del patriota Aurelio De Laurentiis.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro