Adesso – dicevo all’inizio – son tutti troppo contenti, nel clan azzurro, c’è aria da scampato pericolo, da “grazia ricevuta”: e io penso invece che abbiamo buttato una vittoria preziosissima. Di Natale aveva fatto il miracolo, anzi, due i maghi azzurri in campo: Totò a metter dentro la palla che a Casillas è rimasta solo la voglia di fargli una foto, e Pirlo, il grande Pirlo che ha ridimensionato tutti i maghi spagnoli presenti secondo nuova italica mania del titic-titoc. Prandelli c’azzecca con la sostituzione di Balotelli (dopo che l’ex cattivo ignorato dai compagni – uomo! gridate uomo! – ha fallito il suo incontro con la storia mangiandosi il gol al 53’) ma ha fallito proprio là dove l’Italia della tradizione avrebbe tirato su un muro a difesa del fantastico vantaggio. E se vi rivedete quel gol di Fabregas scoprirete che all’ultimo tocco dello spagnolo manca De Rossi. Che è la chiave di tutto. Fare lo stopper non è il suo mestiere, soprattutto se poi non viene sostituito adeguatamente a centrocampo dove Thiago Motta ci mette tanta buona volontà ma poca classe; pensate cosa sarebbe stato avere là in mezzo il Mago Pirlo e il Gladiatore De Rossi. Sì, il generosissimo fuoriclasse romano ha fatto bene la sua parte soprattutto nella prima parte del primo tempo e anche in altre difficili occasioni, sostituendo Barzagli che fa un altro mestiere, ma ha rischiato un rigore (non visto il suo fallo in area su Xavi), s’è preso un giallo e non ha potuto far nulla dopo che il nostro centrocampo è stato bruciato dagli avversari, servizio per Silva e imbeccata vincente per Fabregas-gol. Non faccio accademia, cerco solo di veder meglio i prossimi incontri che dovremo affrontare sempre tenendo d’occhio la Spagna che – paradossalmente grazie a noi – ha scoperto un Torres vivo e potrà dare sostanza a una squadra che, peccando di narcisismo, aveva rinunciato a una punta centrale convinta di metterci sotto con l’eccellente quanto inconcludente manovra. Ciò non toglie che Prandelli meriti un plauso per il coraggio dimostrato nell’affrontare i Campioni del Mondo e d’Europa alla pari con una Nazionale sperimentale. Il primo esperimento è comunque riuscito e ha rivelato – ai pochi che non lo sapevano – quanto sia straordinaria la qualità di Giovinco, uno che a volte sembra troppo bravo quindi snobbato: il suo assist per Di Natale è stato uno dei gesti più felici dell’intera partita (la più bella vista finora) ed è parso che Totò non se l’aspettasse, un invito così. A un quarto d’ora dalla fine avremmo saldato il conto alla Spagna, punendo la sua presunzione. Al prossimo appuntamento – giovedì – ci aspetta la Croazia: in attacco stiamo bene anche in doppia coppia (Balotelli e Cassano non sono da buttare, Giovinco e Di Natale da riproporre: si gioca in quattordici…), in difesa prenderei in prestito l’idea del grande Trap che, fra una battuta e l’altra per dilettare i cronisti, ha sparato una verità tattica fondamentale:”Noi siamo qui come il Chelsea…”. La bella difesa all’italiana vogliamo lasciarla agli altri che magari, come gli rilandesi, non sanno farne buon uso?
Fonte: Il Roma.net
La Redazione
M.V
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