Sono sportivi, i napoletani. A Torino hanno preso la sberla e se la sono portata a casa. Di più: hanno sentito cantare allo Juventus Stadium “’O surdato ‘nnammorato” con intentisfottitori e se lo sono cantato anche loro, forse domenica meno dotati calcisticamente ma da sempre più dotati di ironia, di stile. Se qualcuno smette di piangere, prima o poi possiamo lanciare ed esportare il Naples Style. Lasciando alla Juve, all’Inter, al Milan – da sempre intenti a dividersi i frutti di furti e furtarelli – le risse ignobili, i gol fantasma, le accuse più infamanti che un tempo, quando il calcio era più serio, avrebbero suscitato sdegno e sollecitato inchieste. Il risultato vero di Calciopoli – adesso lo abbiamo capito – è una garanzia di impunità presente e futura dopo la pene distribuite a iosa. Sentite Galliani, sentite Lotito: c’è una gran voglia di destabilizzare il povero calcio già ferito dai cialtroni delle scommesse; il primo si ricorda di invocare i giudici di porta adesso che gli brucia il fantasmino di Catania, io lo dico e lo scrivo da più i dieci anni ma non conto perché ormai rappresento (dicono) il Calcio Provinciale è in realtà sono (l’ultimo?) scomodo testimone degli eccessi, delle omissioni, dell’arroganza dei Padroni del Vapore; quelli che, come Claudius “Nero” Lotitus, pretendono l’impunità e studiano di realizzare un’altra Casta. Come se non ce ne fossero già abbastanza. La Lazio, sabato sera all’ora di cena, porterà in campo – ce lo auguriamo tutti – solo gli uomini addestrati da Edy Reja a vivere senza drammi una stagione insolita per la Capitale, dove in genere si piange sul latte versato. Non sarà comunque, a questo punto della stagione, una Lazio impressionante sulla carta, la squadra migliore possibile, e allora Mazzarri, se non vuol perdere l’ultimo treno per l’Europa dalle Grandi Orecchie, dovrà dare la sveglia ai bell’addormentati di Torino, strapazzati da una Juve che ha due pregi essenziali, il cervello di Pirlo e il carattere di Conte. Anzi, tre qualità: la terza è lo Juventus Stadium, che molti chiamano “stedium” e io invece chiamo Viagra.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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