Alla fine di una giornata di campionato solare e tempestosa il Napoli adotta la filosofia di Pulcinella che, nella sua inesausta ricerca di un riscatto comune, non solo personale, prende speranza da qualche raggio di sole e dalle ombre che calano sul potere altrui. In poche parole, mal comune mezzo gaudio. Sabato sera, dopo aver sprecato gol e punti che potevano riavvicinare la Juve, in casa azzurra c’era voglia di imprecare e n’è rimasta anche per la domenica, salvo poi trovare (magra) consolazione nei guai dell’Inter, a sua volta impedita di far bottino pieno da un Cagliari agguerrito e decomplessato, per questo uscito con un meritato pareggio da San Siro. Hanno da ridire, all’Inter, per un probabile rigore negatole nel finale, ma alle polemiche di parte va sovrapposto un giudizio tecnico: se il Cagliari avesse vinto, non avrebbe rubato nulla. L’Inter di ieri somiglia al Napoli che dopo la caduta di Bergamo aveva faticato assai col Torino, pareggiando con rabbia. Anche ai ragazzi di Stramaccioni è rimasta indigesta la sconfitta di Bergamo e si è visto quanti errori hanno saputo commettere anch’essi dopo il bel gol suggerito a Palacio da Cassano. La vita è dura per tutti, in questo campionato, anche per le grandi: la provincia si è ribellata e ha trovato addirittura una guida spirituale, l’ottima Fiorentina di Montella che ha messo insieme gli stessi punti del Napoli. E adesso la lotta di vertice è diventata a quattro e l’interesse di Inter, Napoli e Fiorentina è tutta rivolta al ritorno di una partitissima che forse non ha gli stessi contenuti tecnici di un campionato fa ma ne ripropone emozioni e veleni: Milan-Juventus, che va in onda dopo la trasferta della Fiorentina a Torino, prima di quelle del Napoli a Cagliari e dell’Inter a Parma. Questa volta gli eventuali gol di El Shaarawy ai bianconeri piacerebbero anche a Mazzarri che sabato li ha subìti mangiandosi le mani. Sento dire che negli occhi dei napoletani son rimasti soprattutto i gol sbagliati, a partire da quello – che poteva essere decisivo – mancato sul 2 a 0 da Cavani su suggerimento troppo generoso di Insigne; presa nota della fulminea maturazione di Lorenzo il Magnifico (e non l’avrei mai tolto dal campo in quel momento, sfruttandone le ultime generose risorse) resto tuttavia dell’idea che se c’è un rinforzo da cercare, a gennaio, è per la difesa. Come insegna Bruno Pesaola, un Maestro che va rispettato e ascoltato non solo per puro spirito nostalgico ma perché ancor oggi vede calcio meglio di tanti competenti dell’ultim’ora.
La Redazione
M.V.
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