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Italia-Spagna, storia di un incontro che sta diventando un classico

Non è un classico, ma lo sta diventando, Italia e Spagna di nuovo contro in una sfida ufficiale, con in palio qualcosa di concreto. Quella di stasera sarà la 32° partita è il bilancio pende solo leggerissimamente in nostro favore: 10 vittorie contro 9, con 12 pareggi. Sono poche, però, le partite davvero significative.

Partiamo dagli anni ’80, precisamente dal 1980. Per la prima volta la fase finale degli Europei si disputa in un solo paese e l’Italia si aggiudica l’organizzazione. La gara d’esordio degli azzurri è proprio contro la Spagna. Bearzot si ritrova con una rosa non troppo all’altezza anche a causa del recente scandalo del calcioscommesse che ha tolto di mezzo alla Nazionale giocatori come Paolo Rossi e Bruno Giordano. Erano loro i designati a guidare l’attacco azzurro, bisognerà ripiegare su Ciccio Graziani e sull’attempato Bettega. Si gioca a San Siro e la Spagna gioca meglio, si vede annullare un gol e centra la traversa. Finisce 0-0, l’Italia tira un sospiro di sollievo ma alla fine della fiera il pari costerà caro. A vincere il girone sarà il Belgio, mentre la selezione di Bearzot dovrà accontentarsi della finalina per il 3° posto giocata (e persa) contro la Cecoslovacchia. Alla Spagna non va meglio, trovando proprio in questa partita l’unico punto nel girone.

Anno 1988, si giocano gli Europei in Germania Ovest. Nella prima giornata l’Italia ferma sul pari i padroni di casa, mentre la Spagna batte la Danimarca. È già bivio per la selezione di Azeglio Vicini, che deve vincere per sperare di qualificarsi. Alcuni dei giocatori della Nazionale solo due anni prima erano stati battuti dagli iberici nella finale degli Europei Under 21, per questo vedono la sfida come una rivincita. L’Italia gioca bene, la Spagna si chiude. Poi Ancelotti prende palla e lancia in profondità, Altobelli fa velo per Vialli che da posizione defilata supera il portiere. L’Italia vince e con il successo sulla Danimarca nella sfida seguente trova l’accesso alle semifinali. La Spagna è fuori.

Anno 1994, siamo negli Stati Uniti dove si giocano i Mondiali. Italia e Spagna si sfidano ai quarti di finale. La selezione di Arrigo Sacchi ci arriva per il rotto della cuffia. Passato il girone eliminatorio da ripescata agli ottavi San Roberto Baggio ci riporta in vita, infine piazza ai supplementari il gol partita contro la Nigeria. Al contrario gli iberici arrivano alla sfida in scioltezza, dopo aver superato facilmente la Svizzera agli ottavi e dopo essersi qualificata facilmente ai gironi. Dino Baggio ci porta avanti, Caminero pareggia, poi Julio Salinas ha la palla del ko. Il centravanti a pochi minuti dalla fine della partita si ritrova a tu per tu con Pagliuca ma fa fede al suo soprannome, El Torpe (l’imbranato), e calcia addosso al portiere. La grazia ricevuta viene sfruttata al massimo quando Roberto Baggio a 3′ ci porta in semifinale. A tempo scaduto Tassotti dà una gomitata a Luis Enrique. Il fallo è netto e costerebbe il rigore, oltre all’espulsione di Tassotti; ma l’ungherese Sandor Puhl, arbitro della sfida, non vede. La prova tv condannerà il difensore, che rimedierà 8 turni di squalifica.

Venendo ai giorni nostri l’ago della bilancia si è spostato dalla parte delle furie rosse. Prima il quarto di finale degli Europei 2008 finito ai rigori per gli iberici che hanno sancito la fine dell’esperienza di Donadoni, poi lo 0-4 dell’ultimo torneo in Ucraina e Polonia. Per l’Italia stasera è l’occasione di ribaltare di nuovo il trend, anche per regalarsi un’affascinante finale col Brasile. E lì sì che avremmo dei conti in sospeso…

Fonte: Tuttomercatoweb.

La Redazione.

D.G.

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