Ospite dei microfoni di Radio Deejay il ct della Nazionale Roberto Mancini ha parlato dei temi dell’attualità azzurra in vista dei prossimi impegni per le qualificazione ad Euro2020:
Quanti spettatori mi aspetto all’Olimpico per la gara contro la Grecia?
“Spero ci sia tanta gente a Roma. In caso di qualificazione, poi, ricordiamoci che il debutto dell’Europeo sarà all’Olimpico: un grande evento”
Molti giocatori in Serie A bravi tatticamente ma con lacune tecniche?
“Sulla tecnica devi lavorare sempre, anche passati i trent’anni. Una volta superati certi livelli, però, devi avere le basi già acquisite. Poi il lavoro deve continuare”.
Perché i nuovi arrivi nei club faticano ad essere schierati in campo fin da subito?
“Perché magari entrano in gruppo a fine mercato e gli allenatori li conoscono poco. Questo è il problema maggiore”
Chi sarà il centravanti titolare fra Belotti, Immobile, Quagliarella e Balotelli?
“Pinamonti (ride, ndr). E’ un ragazzo giovane, che deve crescere. Sicuramente è il futuro della Nazionale. Adesso noi però dobbiamo guardare al presente e giocherà sicuramente uno fra quelli citati”.
Cosa aggiungere alla base già solida della Nazionale?
“Dobbiamo avere 20 giocatori di campo oltre ai tre portieri e siamo vicini a questo numero. Spero che qualcuno venga fuori all’improvviso, esplodendo in questo campionato. Oppure qualche recupero. La base è comunque fatta. Ad esempio per il ruolo di terzino abbiamo 4/5 scelte”.
D’Ambrosio sottovalutato?
“Io l’ho allenato e lo conosco benissimo. So quello che può dare. E’ un ragazzo serio, applicato. Può giocare su entrambe le fasce di difesa oltre che da centrale. Questo è un aspetto che conta e non a caso era con noi nelle ultime convocazioni”.
Zaniolo?
“Quando lo convocai per la prima volta eravamo all’inizio, io lo avevo visto già giocare e mi sembrava bravo. L’ho convocato per conoscerlo meglio e l’impressione è stata buona. Nell’arco di sei mesi poi è migliorato tantissimo. Se è una mezzala? Sì. Di certo non è un attaccante”.
Troppa convinzione e poca leggerezza nei giovani talenti italiani?
“Sono giovani, ancora non sono maturi a pieno sotto tanti aspetti. Hanno bisogno di gare importanti e di cose che non si fanno solitamente per crescere”.
Visite ai centri sportivi dei club?
“No, non le ho ancora fatte. Avevo più bisogno di vedere i giocatori in partita. Da un po’ di tempo abbiamo poi tutti i dati degli allenamenti nelle società dei ragazzi, così come loro hanno i nostri. Magari più avanti ci sarà l’occasione di un confronto dal vivo con i tecnici delle squadre”.
Nazionale con un centrocampo piccolo e poco fisico?
“Abbiamo giocatori bravi a livello tecnico e questo è un vantaggio. Sarà aggiunto probabilmente qualche elemento con maggiore spessore fisico ma sempre con buone doti tecniche. Quello che abbiamo cercato di fare in questi mesi era di adattarsi anche al materiale umano a disposizione. Abbiamo trovato tutti elementi bravi tecnicamente e così abbiamo deciso di percorrere questa strada”.
Il ruolo da ct quello più adatto a Roberto Mancini?
“È sempre lo stesso lavoro. La differenza con l’allenatore di club è che ci si allena insieme con meno frequenza”.
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