La Nazionale italiana presenta il suo nuovo ct. Giampiero Ventura inizia la sua storia con la squadra azzurra; l’ex allenatore del Torino è stato presentato questo pomeriggio a Coverciano, dove ha risposto alle domande dei giornalisti insieme al presidente Tavecchio.
“Sono felice ed orgoglioso di essere qui. Ringrazio il presidente federale perché in questi giorni me è stato vicino; ringrazio anche Conte perché mi ha lasciato una squadra con delle conoscenze e con la cultura del lavoro: due cose che mi hanno sempre accompagnato nel mio percorso. Così partirò con dei vantaggi visto che qui c’è poco tempo. Attraverso l’unione si possono raggiungere risultati importanti e all’Europeo si è visto, quella squadra poteva andare anche più avanti. Potremo essere protagonisti. C’è bisogno di tutti e io e il mio staff abbiamo una grande voglia. È un momento quasi storico perché il popolo italiano si è riavvicinato alla maglia azzurra. Emozionato? Soprattutto felice come dicevo”.
“Ci sono annate nel calcio, dove magari vengono fuori tanti difensori, poi in altre escono tanti centrocampisti. In questo periodo, siamo pieni di esterni. Il problema è che il modulo 3-5-2 va a penalizzarli, quindi pensando alla qualificazione dobbiamo pian piano trovare una stabilità senza incorrere in bocciature premature nelle amichevoli. Sarebbe un peccato non sfruttare la qualità dei nostri giocatori. Il mio modo di giocare non si avvicina né a Prandelli né a Conte, alla fine qualsiasi sistema, se fatto bene, paga. Quando si vuole fare risultato, o ci si affida al caso all’individualità, invece bisogna spingere tutti nella stessa direzione. Il calcio di Conte ha pagato in questo momento particolare dell’Italia, è stato una componente importante per questi risultati, l’obiettivo però sarà migliorarci e ritagliarci uno spazio importante.”
“Con Barzagli non ho ancora parlato, ma un giocatore come lui, specialmente perché dobbiamo ripartire da dove ha interrotto Conte, farebbe comodo alla Nazionale. Per questo, parlerò con tutti i reduci degli Europei; ci saranno tanti altri giocatori, comunque, perché il calcio va avanti. Al giorno d’oggi un po’ tutte le squadre, e non solo in Italia, fanno catenaccio. La cosa importante è avere i tempi giusti nei movimenti e nelle letture di squadra. Non guadagno più di quanto prendevo al Torino, la Federazione ha prelevato direttamente il contratto che avevo con i granata. Vincere non significa sempre avere titoli, dipende dalle squadre in cui si allenano, quando si riesce a valorizzare giocatori o garantire plusvalenze importanti anche quelle sono vittorie.”
“Conte ha provato tanti giocatori, come Bonaventura e Berardi, queste cose fanno parte di un percorso in base al quale si prendono decisioni per le condizioni e il modulo. Io partirò da quei 23, poi ci sono anche gli infortunati, come Marchisio e Verratti, Donnarumma diventerà probabilmente un giocatore importante. L’unico problema è il poco tempo ed essere bravi a non bruciare i giovani. L’obbligo di vincere ce l’ha la Nazionale, non loro: i cicli vincenti arrivano gradualmente così. Oggi ci sono giocatori che possono dare ancora un contributo, come Barzagli, e permettono agli altri che stanno dietro di crescere, magari come Romagnoli. Balotelli è un giocatore professionista come tutti gli altri, verrà valutato normalmente sul campo; ha qualità tecniche importanti, comunque, anche se sta attraversando un momento difficile.”
“Non vedo l’ora di iniziare, sono convinto che ci siano i presupposti, credevo che l’Italia potesse arrivare alle semifinali. Magari non oltre, che poi si finisce per essere presuntuosi. Il Belgio, ad esempio, più accreditato, non era propriamente una squadra: questo per dire che valgnono molto di più compattezza, organizzazione e disponibilità rispetto ai componenti singoli. Oggi l’aspetto tattico è prioritario, specialmente in Italia. Chiaramente, se si sa già cosa fare si parte da una situazione di vantaggio. E’ un dispiacere più per chi lavora, il non avere pubblico e giornalisti vicino; sono convinto che dalla collaborazione può sempre venir fuori qualcosa, mi piace confrontarmi. Perché questo mi dà la possibilità di capirci nel modo migliore in futuro. Dispiace non avere Marcello Lippi nello staff della Nazionale, è un amico; come eventuali sostituti, questo è compito di Tavecchio, non mio. La mia squadra deve essere umile come quella di Conte, spero che però sappia anche essere eccitante: così voglio dare la mia impronta. Sono curioso e voglioso, voglio iniziare quanto prima, al punto che ho ancora impresse le situazioni delle ultime due partite con Spagna e Germania, così da poterci lavorare subito.”
Fonte: GianlucaDiMarzio.com
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