Alberigo Evani ha parlato così in conferenza stampa:
“È un ritiro complicato, non devo dirlo io. Si nota completamente. Quello che ci fa stare tranquilli e sereni è lo spirito di gruppo, l’intelligenza e la disponibilità. Queste difficoltà ci aiuterebbero ancora di più a crescere. Il rapporto con Roberto… È come se fosse qui con noi, ci sentiamo spesso durante la giornata, sia per il lavoro da fare che per quello che è stato fatto. Il gruppo credo lo senta vicino, sotto quest’aspetto non ci sono cambiamenti se non che manca lui, fisicamente”.
C’è emozione? “Sarà grandissima, è una cosa che non succede, non l’avrei mai immaginato. Sinceramente avrei preferito non succedesse, sia per la saluta di Mancini che per lo staff, perché la squadra ha bisogno di lui”.
Come staff tecnico come ha vissuto questi ultimi giorni, visto che i club forse volevano che la ASL intervenisse? “Capiamo che è un momento difficile, anche le esigenze della società. Non facciamo polemiche. Abbiamo tanti ragazzi interessanti, quelli che sono qua nei prossimi dieci giorni ci daranno soddisfazione”.
Quali saranno i capi saldi? “Al netto di questo periodo complicato, per noi era in preventivo quello di giocare questa gara dando la possibiliità ai giovani, quelli che avranno un futuro. Quelli che hanno avuto meno possibilità, ma magari non sono inferiori. Si allenano da tanto, i principi di gioco li conoscono, qualcuno è nuovo. Credo che faranno il massimo, per loro e per noi è una grande opportunità”.
Cosa può dare alla Nazionale? “Trasmettere credibilità, per quanto riguarda i principi di gioco sono quelli di Mancini. Magari io – o gli altri dello staff – li ascolta, poi la decisione finale è la sua perché è il mister. Io in questo momento posso solo cercare di fargli sentire il meno possibile l’assenza dell’allenatore”.
Che indicazioni può dare questa amichevole? “Verificare personalità e livello di questi ragazzi giovani. Vedere se hanno capito e compreso cosa serve alla squadra, sia i movimenti in fase difensiva che in fase offensiva. Ci aspettiamo di non deludere il mister, la gente, fare un’ottima partita. Poi fare risultato, importantissimo”.
Che avversario è l’Estonia? “Sulla carta sembrerebbe non essere un avversario difficile, poi le partite vanno giocate meglio dell’avversario e poi vinte. Da queste partite secondo me hai tutto da perdere. Se vinci hai fatto il minimo, se pareggi o perdi diventa complicato”.
Perché è stata scelta l’Estonia? “Non si cercava una nazionale di prima fascia, l’idea era giocare con una squadra giovane. La motivazione è stata questa”.
Nel 2017-18 sei stato assistente di Ventura, qual è la differenza rispetto a Mancini? Ascoltava? “Chiaramente sono due rapporti diversi, sia per età che per avere un passato da compagno di squadra, perché questo mi aiuta nel rapporto attuale. È una conoscenza che parte da lontano, dal 1993-94, con lui c’è più di fluidità nel parlarci. Anche io qualche difficoltà con Ventura… Non dico fossi in soggezione, ma anche per il mio carattere chiuso che non ha aiutato, c’è stata difficoltà. Da parte mia”.
Quanto è importante questa partita in chiave ranking? “Fondamentale vincere, perché perdere o pareggiare ci farebbe perdere posizioni nel ranking, non vogliamo succeda, vogliamo essere teste di serie nel sorteggio”.
Vedremo qualche volto nuovo? Qualche idea differente? “Sicuramente, viste le convocazioni. Zaccagni non si è potuto allenare, lo farà oggi, è interessante altrimenti non sarebbe stato convocato. Qualcosa sotto l’aspetto delle individualità ci sarà”.
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