Ecco le pagelle dei colleghi del Corriere dello Sport su Italia-Armenia:
MARCHETTI 5 – Addà passà a nuttata: ma siamo appena al quinto minuto. Un tiro e un gol: che ce l’avessero con lui? Si fa male da solo, sul raddoppio armeno, andando a spasso nel nulla e non trovando il pallone nel mischione.
ABATE 6 – Un’onda anomala: tracima in fase offensiva, s’adagia nella fase di copertura. Gli viene meno il destro o, più precisamente, la giocata immediata. Poi scopre che Ghazaryan rischia di fargli del male alle spalle e allora s’inquieta, sente il fantasma, preferisce attaccare ma con giudizio.
BONUCCI 6 – La rivoluzione obbligata lo trasforma nel «veterano» della difesa. Va al corpo a corpo con Mvosisyan, si lascia irretire e fa sentire i muscoli, viene risucchiato nei movimenti in uscita del centravanti-boa e però poi, d’incanto, torna se stesso.
ASTORI 5,5 – Il campanello d’allarme squilla subito: gli altri paiono schegge che «sfondano» nel museo delle ceri. Torna tra gli umani alla distanza.
PASQUAL 5,5 – Poche, rarissime e non indimenticabili percussioni. La corsia è monopolizzata da Lorenzino, un Magnifico fenomeno che oscura o che inibisce. Meglio starsene sulle sue, va.
PIRLO 6,5 – Come sempre, c’è un’ombra dalle sue parti: stavolta è Mkhitaryan, presunto trequartista, in realtà il secondino spedito dall’Armenia ad inaridire la genialità di Sua Maestà, che a un certo punto esce dalla partita. Ci rientra nella ripresa, sontuosa: io sono Pirlo….
FLORENZI 7,5 – In campionato o con la Nazionale non fa differenza: il disorientamento (tattico) iniziale evapora immediatamente e il gol è figlio dell’educazione ricevuta e attuata in scioltezza, attaccando lo spazio, rubando il tempo, esaltando se stesso. Può far (quasi) tutto, sa far (quasi) tutto.
CANDREVA (dal 15’ st) 5,5 – Scavalla fresco, prima di andare a sbattere e ripetutamente contro un muro di gomma.
MONTOLIVO 6 – La fase attiva è d’una eleganza classica, un signore in frac. Quella passiva, una faticosa, sistematica ricerca di distanze che si dilatano e che costringono a faticare su Mkrtchyan, che ha una gamba sciolta da far impallidire.
AQUILANI 5 – Il modulo gli è allergico, o forse la serata non è di sana ispirazione: le intenzioni si piegano alle distrazioni, alla fine è un «incompiuto».
INSIGNE 7,5 – Il calcio allo stato puro. E’ uno spettacolo errante che dondola a sinistra e però illumina il san Paolo per intero: un palo, l’assist, un paio di quasi-gol ed un menu per palati fini. Spruzza il proprio talento a getto continuo: semplicemente bellissimo, pur quando si ingolosisce.
OSVALDO 6 – Di (pre)potenza, suggerendo le giocate giuste in verticale, offrendosi con sacrificio e con caparbietà: l’altruista ch’è in lui emerge nella generosità.
BALOTELLI (dal ‘9 st) 7,5 – S’alza dalla panchina e già cammina tra la folla adorante: il san Paolo n’esalta l’autostima e ne amplifica (semmai ce ne fosse bisogno) la statura da protagonista. Napoli lo ama, indiscutibilmente, e lui ricambia con umiltà, con un gol, prendendosi lo stadio.
PRANDELLI (Ct) 6 – Gestisce i muscoli e le motivazioni, mescola tanto e poi rimescola tatticamente. Italia-2 avverte le distrazioni e lui la tiene viva.
Fonte: Corriere dello Sport
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