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Italia-Argentina parla “napoletano”. E Mascherano apre a Benitez: «Lo sento quasi ogni giorno»

Ci mancava solo che alla fine suonassero «’o surdat ’nnammurat», l’inno del Napoli. L’avessero messo non avrebbero sbagliato, anche se si giocava all’Olimpico. Italia-Argentina è stata all’insegna del Napoli, di Higuain e Insigne. Una gioia per gli occhi dei tifosi azzurri la prova dei due. Una manna nel cielo di Ferragosto. Ognuno fa festa alla sua maniera, s’intende. Higuain, per esempio, fedele al giuramento reso prima di partire per Roma, sorride solo. E non si ferma con nessuno. Solo con la stampa del suo paese. «Sono felice, certo, questa Argentina può volare altissimo. Non c’era neppure Messi eppure contro l’Italia abbiamo giocato molto bene». Ai tifosi del Napoli del suo gol numero 23 in 34 partite con la Seleccion importa. Ma solo fino a un certo punto. «Lo scudetto? Ah no, non parlo mica del Napoli», sorride anche quando pare fuggitivo. Chi non riesce a tener freno alla soddisfazione per la prima rete nella Nazionale maggiore è Lorenzo Insigne: alla seconda apparizione, il suo sigillo. «Un bel gol, io ci provo sempre. Fa parte del mio dna. Ma non sono felice: ho perso. E io voglio solo vincere». Non si nasconde. Non ne ha nessuna voglia. «Lavoro ogni giorno per ottenere il massimo. E quest’anno il massimo sarebbe vincere lo scudetto con il Napoli e conquistare un posto per i mondiali in Brasile. Due cose non proprio semplici».

Il gol dedicato come sempre alla sua famiglia. «Sono felice che sia Benitez il mio allenatore, è uno che lavora molto con i giovani, gli piace farlo. Però attenzione, la Juve è sempre la squadra da battere. Non siamo noi i favoriti». Si ritrova sommerso dai microfoni. Non si sottrae. «Con Higuain sarà divertente, nel primo tempo ho visto un giocatore diverso da Cavani, un po’ meno egoista ma che lavora tantissimo per la squadra. Lo conosco da pochi giorni, ma devo dire che mi fa davvero molta impressione». un solo rimpianto: voleva la maglia di Messi. È la notte del Napoli, la notte di Lorenzo e di Higuain. «Prandelli mi vuol bene, le sue parole mi servono molto. Anche la sua convocazione è stata importante: ho tanta voglia di lavorare e di inseguire quei due sogni che ho…». Maggio ha il sorriso sornione di chi sa che quest’anno può essere l’anno giusto. «Sono contento che abbiano segnato loro. È un bel Napoli, si vede e non possiamo nasconderci». Inevitabile il confronto: «Higuain e Cavani sono molto diversi tra loro: Gonzalo cerca sempre la profondità, Edi lo ritrovavi ovunque. Ma sono due fenomeni, due grandi campioni». Con la difesa a quattro di Benitez sarà meno in salita la strada che porta al Mondiale. «Penso di non aver mai avuto difficoltà ad adattarmi ai moduli. Con Benitez facciamo un lavoro molto diverso, ma si vede che è bravo». L’unico degli azzurri dal muso lungo è Federico Fernandez, oggetto del mistero del Napoli. «Io quando sono con l’Argentina sono sereno, non ho pressioni. Avverto la stima di tutti e questo mi aiuta a fare meglio le cose. Non so se resto a Napoli, non mi va di parlare del mio futuro. Ma voglio giocare. Perché merito un posto da titolare». Mascherano infine apre uno spiraglio, per nulla piccolo. Basta ascoltare e interpretare. «Io al Napoli? Vi dico solo che sento Benitez molto spesso. Quasi ogni giorno. L’ho sempre stimato». È davvero la notte dei sogni.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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