Tutto facile per la Slovacchia che batte Israele per 3-1. Partita dai due volti con un primo tempo privo di sussulti ed una ripresa tutta da vivere. Il match non regala grandi emozioni per quasi mezz’ora con gli ospiti a tenere il pallino del gioco costringendo Israele a colpire in contropiede. È buona l’intesa tra i trequartisti: il terzetto composto da Sestak, Hamsik e Weiss regala velocità ed imprevedibilità al reparto. Proprio dai piedi di Hamsik parte al 20′ un buon traversone mancino ma l’accorrente Pekarik impatta male il pallone. Sulla sinistra Weiss prova spesso il taglio al centro, favorito dai continui cambi di direzione di Hamsik volti a portare via l’uomo: il capitano schierato nella stessa posizione occupa a Napoli da trequartista centrale con movimenti ad appoggiare i compagni sulle corsie laterali. Ci mette il piede nell’azione del vantaggio: al 37′ da una sua giocata rimpallata, Pekarik disegna una traiettoria invitante che Jakubho gira in rete di testa. Unica sortita israelita di Zahavi che con una veronica si libera di Gyomber e prova a indovinare l’incrocio ma la conclusione è rimpallata in angolo. Alla ripresa Israele prova a reagire: al 50′ Zahavi prova la gran conclusione da fuori messa in corner da Mucha. Il tecnico slovacco Kozak, inserisce Stoch, Mak e Holosko per Weiss, Sestak e Stefanik, rivoluzionando di fatto la trequarti e arretrando Hamsik sulla linea mediana, passando ad un 4-3-3. Al 69′ arriva il raddoppio della Slovacchia. Ancora un colpo di testa ma stavolta da gioco fermo: Durica gira in rete una pennellata di Stoch. Israele non ci sta e prova a ricompattarsi e al 79′ Buzeglo trova il gol: collo esterno terrificante sotto la traversa su cui Mucha può poco o nulla. Neanche il tempo di esultare che la Slovacchia all’83’ trova il terzo gol ed è ancora Hamsik ad inventare: filtrante in area per Svento che serve l’accorrente Mak e per il numero 20 è facile appoggiare in rete. Non succederà più nulla fino al 90′. Positiva e di spessore la partita di Marek Hamsik, dapprima impiegato da attaccante aggiunto e poi arretrato a schermo davanti la difesa: regista avanzato o arretrato non fa alcuna differenza. In mediana ha accorciato il proprio raggio d’azione permettendo ai compagni di rifiatare nel momento in cui Israele spingeva per trovare il pari. Segnali di ulteriore crescita, dunque, come testimonia la scelta di Kozak di tenerlo in campo per tutti i 94′ del match.
A cura di Francesco Gambardella
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