Mauricio Isla, a due giorni dall’intervento al ginocchio è già al lavoro: lei non perde tempo, vero?
«L’umore è buono, sono contento perché l’operazione è andata bene».
E pensare che Udinese-Milan, la gara del ko, avrebbe potuto non giocarla: c’erano chance di muoversi a gennaio, per esempio andando alla Roma…
«Gli infortuni capitano. Comunque non pensavo che sarei andato via subito, anche se sono contento di aver sentito tante squadre parlare di me: la Roma, il Napoli, l’Inter, il Milan».
Venerdì ha parlato con entusiasmo della Roma. Conferma? «Sì. E’ tanto tempo che leggo dell’interesse della Roma per me, ringrazio i dirigenti giallorossi, è una grande squadra. In questo momento, però, l’importante è curarmi. Quando sarà tutto superato, parlerò con l’Udinese».
L’Udinese passerà il turno in Europa League? Ha chance di centrare ancora la qualificazione Champions?
«Ho visto la gara d’andata, contro il Paok è mancato solo il gol, speriamo nella gara di ritorno. Entrare in Champions sarà più difficile dell’anno scorso, però ci proveremo».
Le altre italiane come andranno in coppa?
«Il Napoli è forte, gioca in modo simile al nostro, ha dei campioni lì davanti e un centrocampista importante come Inler. E’ un gran giocatore, ogni tanto sento qualche critica ma è bravissimo. Il Milan è qualificato ormai, per l’Inter mai parlare di crisi. La Lazio? Pesano le assenze, come ha ammesso anche il rivale Simeone».
La sua posizione in campo è cambiata molto: da esterno a mezzala nel 3-5-2. Come si trova nel nuovo ruolo?
«Ci sono stati tanti infortuni, così Basta è tornato a fare il terzino destro e io mi sono adattato da interno, concentrandomi solo sul fare bene. Ho fatto fatto anche il trequartista nell’ultima partita, a Guidolin ho detto: “mister, se gioco male è colpa sua!”».
Da mezzala può inserirsi in un centrocampo a tre, magari come quello della Roma…
«E’ vero, tanti giocano a tre. Però noto con piacere che ora l’Udinese non è l’unica a schierarsi con il 3-5-2, molti hanno tenuto conto del buon lavoro fatto da Guidolin».
Conte, per esempio, è passato al 3-5-2. Le piace il gioco della Juve?
«Sì, forse si esprime anche meglio di noi. E’ una grande squadra, con tanti campioni, e Conte le ha trasmesso la mentalità di quando giocava. E’ favorita per lo scudetto. Occhio al Milan. E dietro Inter e Roma recupereranno».
E di Luis Enrique cosa pensa?
«Mi piace il suo gioco, in Italia si lavora bene ma ora noto che c’è più spazio per i giovani, in generale. Penso a giocatori come Cavani, che a vent’anni già segnava tanti gol, Jovetic, El Shaarawy. Tutto questo pur essendo il campionato più difficile del mondo».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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