Finì tutto un giovedì, il 30 luglio del 1998. Ricomincia tutto un altro giovedì, 15 anni più tardi: allora la Covisoc decretò l’esclusione a tavolino dell’Ischia dalla serie C1, inviando persino gli atti alla Procura della Repubblica perché sentì odore di bruciato sulle fidejussioni versate dai dirigenti di allora. Una tragedia, per i tifosi. Oggi invece, sul campo, il ritorno tra i professionisti, dopo un interminabile odissea tra serie minori, fallimenti e delusioni continue. L’Ischia di Campilongo è la prima squadra d’Italia a festeggiare la promozione: lo fa con cinque giornate d’anticipo. Un record.
Non è l’unico primato, questo: nessuno ha fatto più punti dei gialloblù quest’anno (77), nessuno ha vinto più di loro (25 gare su 29), nessuno ha subito meno reti del loro portiere, l’ischitano 37enne Mennella (13 gol). Andiamo avanti? «Sono contentissimo di tutto questo, è stato un cammino strepitoso, senza un momento di flessione, senza un attimo in cui abbiamo temuto di poter perdere il campionato», sorride Lello Carlino, il presidente. Carlino è il patron di Carpisa e il suo gruppo complessivamente detiene l’87 per cento delle quote della società. «Ma da solo non sarei mai riuscito a metter su un’impresa del genere. Con me, in questa avventura, ci sono stati tanti preziosi amici con cui abbiamo gettato le basi a un progetto ambizioso che non finisce certo con questa promozione in Seconda divisione». E Carlino fa l’elenco: Dino Celentano, Roberto Maione, Flavio Dinacci, Titti Chianese, Rossella Paliotto, Geppy Marotta, Gregorio e Raffaele Galiano, Sasà Carrino, Paolo Fontanarosa, Lello Ferrara, Michele Picardi, Salvatore e Massimo Milone, Mauro Argenziano e Geppino Graziani. Poi si sofferma su un nome: «Nicola Crisano, il mio direttore sportivo. Se è nato questo progetto il merito è suo: mi ha convinto con poche parole».
L’incontro galeotto due estati fa, a Procida. Carlino si fa accompagnare da Ciro Ferrara allo stage che la Juventus fa a Procida. Lì c’è Crisano, che dell’ex tecnico bianconero è il cugino. I due si conoscono e fanno amicizia. «Mi parlò della rinascita del calcio a Ischia: per me Ischia è un posto magico, vengo in vacanza qui con la mia famiglia dal 1960 nella mia villa, zona Porto. Non è stato complicato convincermi». E da qui il «sig. Carpisa» decide di aggiungere al volley femminile, alla pallanuoto, al calcio femminile, l’avventura nel calcio maschile. «Con una sola idea: quella di vincere. Come ho fatto sempre: a Busto Arsizio, col Posillipo e anche con il Napoli Basket con cui ho vinto la Coppa Italia».
Nessun sogno di diventare la seconda squadra della città, sia chiaro: «Macché, anzi il futuro è giocare di sabato e mai in concomitanza con il Napoli. Qui sono tutti tifosi sia dell’Ischia che del Napoli, figuriamoci». Nel cassetto, il ripescaggio. «I tifosi mi urlano: vogliamo la serie B. Io dico: ”Piano piano, un passo alla volta”. Però riparto da Campilongo, il vero fuoriclasse». E con Sasà Campilongo, uno staff di primissimo piano: Francesco Cotugno (preparatore dei portieri), Carlo Tebi (allenatore in seconda), Nicola Albarella (preparatore atletico, fratello di Eugenio che lavora con Zaccheroni nel Giappone).
Insomma, Ischia è davvero un’isola felice, è il caso di dire. E il futuro è di prim’ordine: «Lo sanno tutti. Stiamo pensando di realizzare una struttura polivalente e non solo un nuovo stadio moderno: piscina, campi di basket e locali commerciali». Carlino però chiude con un sogno: «L’ho detto alla squadra, dopo i festeggiamenti: ora regalatemi il record dei punti in serie D». Invincibili e pure incontentabili.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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