Non ci sono solo Napoli e Juve Stabia: in serie D, nel calcio napoletano, si fanno largo progetti ambiziosi destinati a riportare in auge due piazze importanti, Ischia e Torre del Greco. La squadra isolana e la Turris comandano i rispettivi gironi H e G con il dichiarato intento della promozione in Lega Pro. Prima in classifica, a pari merito con l’altra campana Gladiator, l’Ischia ha uno score invidiabile: 31 punti in 13 partite e soprattutto la migliore difesa d’Italia, insieme con il Castiglione, dalla A alla D con appena 5 gol subiti. Il nuovo corso isolano è nato quest’estate grazie ad una cordata di 25 imprenditori, tra cui il patron dei marchi Carpisa e Yamamay Lello Carlino, l’ex dirigente del Napoli degli scudetti Dino Celentano, il patron di Coconuda Roberto Esposito, Maione, De Vizia, Bottiglieri e il sindaco ischitano Giosi Ferrandino. «Siamo contenti del primo posto – dichiara il presidente Carlino – ma la battaglia è dura: in estate tutti dicevano che avremmo ammazzato il campionato ed invece siamo primi in coabitazione. Il nostro obiettivo è tornare in Lega Pro (la C1 manca dal 1998), poi inizieremo a dare fiato ai nostri sogni». Ovvero l’approdo in serie B: «Per farlo bisogna dare seguito al project financing presentato per ristrutturare lo stadio Mazzella, riqualificando l’intera area, gestendone anche le attività collaterali e turistiche. Coinvolgeremo tutte le parti sociali perché deve essere la priorità per scalare le categorie. È questo il futuro del calcio: avere un progetto industriale serio, perché nessuno di noi è sceicco o mecenate, rispettando il fair play».
In tal senso Carlino invoca l’aiuto degli isolani: «Non certo dei tifosi, che ci sono vicini, o del sindaco, ma occorre il sostegno degli imprenditori ischitani, completamente assenti. Eppure speravo che il mio ingresso li avrebbe convinti: ho casa da 40 anni ad Ischia, ma il club è degli isolani». Costruita dal ds Nicola Crisano, l’Ischia può contare su un super organico (l’ex Napoli Mora, Masini, Perna, Galizia e Nigro) allenato da Salvatore Campilongo, ex tecnico di Avellino ed Empoli in B. «Non avrei mai accettato la serie D se non avessi avuto al mio fianco un presidente come Carlino. Meglio un progetto importante in D che una panchina di C in club senza ambizioni. Stiamo facendo bene e ne sono contento, non era facile in 4 mesi assemblare una squadra nuova in una realtà nuova. Merito dei ragazzi, della dirigenza e dei tifosi».
Anche Torre del Greco sogna in grande: nel 2000 l’ultima partecipazione nel calcio professionistico: con 28 punti in 13 partite la Turris è capolista. Risultato in linea con il progetto di Mario Moxedano, che in estate ha trasferito ivi il suo Neapolis: «Il campionato è molto difficile, speriamo di restare primi sino a Natale. Sono soddisfatto – dice il presidente – non si possono vincere tutte le gare e stiamo lottando con squadre costruite negli anni per il vertice. Crediamo nei nostri ragazzi, non interverrò sul mercato, per ora il lavoro sta dando i frutti sperati, il progetto è serio e la piazza merita il meglio». La Turris sta godendo l’alta quota eppure appena due settimane fa al Liguori qualcuno ha fischiato. «Sono i soliti “soloni” – spiega Moxedano – vorrei vedere di cosa sarebbero capaci a capo di un club. Per fortuna c’è l’entusiasmo dei nostri veri tifosi che ci sostiene». La squadra, costruita dal ds Franco Mango, è affidata all’esperto allenatore Franco Fabiano. «I recenti fischi non fanno testo, il pubblico torrese è dalla nostra parte. Il bilancio è sinora positivo, ma dobbiamo continuare su questa strada con umiltà. Credo fortemente nel progetto, sin dal primo giorno è scoccato uno spontaneo feeling con il presidente».
Dario Sarnataro per “Il Mattino”
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