Il calcio, essendo una metafora della vita, ha sempre avuto uno stretto legame con eventi che non fanno parte del mondo sportivo. Basti pensare alle polemiche intorno al Mondiale che si sta svolgendo in Qatar, ma anche in Italia c’è stato un altro esempio di come lo sport più bello del mondo possa dare dei segnali che vadano oltre al campo di gioco.
A seguito della frana avvenuta a Casamicciola lo scorso 26 novembre, che ha causato ben 12 morti, l’Ischia Calcio ha compiuto davvero un bellissimo gesto. La squadra che milita nel campionato di Eccellenza, è scesa infatti in campo contro il Napoli United con il lutto al braccio. La fascia da capitano, invece, con sopra scritti i nomi delle vittime di questa tragedia, è stata indossata da Giovanni Mattera, il quale è egli stesso uno sfollato. La redazione di SerieANews.com ha intervistato proprio il giocatore del team campano per parlare sia di questo bellissimo omaggio che della situazione attuale dell’isola.
Come è nata l’idea della fascia da capitano con i nomi delle vittime?
“Non ne sapevo nulla, il mister me l’ha detto poco prima della partita. E’ stata un’idea di tutta la squadra, che devo assolutamente ringraziare. All’inizio sono rimasto senza parole, ma questo gesto mi ha riempito di forza e di gioia. Non mi aspettavo una cosa del genere, anche perché non sono il capitano”.
Ischia Calcio, Giovanni Mattera: “Una visita della Nazionale ci darebbe una grandissima forza”
Come ti sei sentito in campo con quella fascia da capitano così particolare?
“Avevo un forte senso di responsabilità, dovevo dare quel qualcosa in più sia per le vittime che per i miei compagni che hanno avuto quest’idea. All’inizio ho avuto più di qualche difficoltà, vista la settimana durissima che ho vissuto sia a livello fisico che psicologico, ma poi, dopo che siamo passati in svantaggio, ho spronato la squadra, anche perché sentivo che non avremmo perso. Infatti, siamo riusciti a pareggiare nei minuti finali. Ero contentissimo a fine partita, anche perché ero sicuro che queste persone che non ci sono più, in una maniera o nell’altra, ci avessero dato una mano”.
Ci puoi raccontare quella terribile notte in cui è avvenuta la frana, considerando che tu sei proprio di Casamicciola. Conoscevi qualche vittima?
“Ci penso poco, perché è stata una di quelle scene che vedi solo nei film horror. Stavo dormendo a casa di mio padre, visto che i miei genitori si sono separati. Sono stato svegliato dalle urla della compagna di mio padre verso le cinque del mattino e ho visto che dalla montagna scendeva di tutto. Mio padre ha messo subito la tavola davanti al portone e siamo saliti al piano di sopra da mio zio. Abbiamo capito cosa fosse successo solo quando è arrivata la luce del giorno. Se conoscevo qualche persona che non ce l’ha fatta? Di vista, tutti”.
Sei ancora tra gli sfollati? Com’è la situazione adesso ad Ischia?
“Sì, lo siamo ancora e non sappiamo ancora quando rientreremo nelle nostre abitazioni. Speriamo che non ci abbandonino le istituzioni, perché c’è ancora tantissimo da fare affinché ci sia consentito di tornare a casa in piena sicurezza. Sono state dette tante cose sull’abusivismo, ma non c’entra nulla. C’erano tutti i permessi necessari nelle zone dove è accaduta questa tragedia. La situazione non è ancora delle migliori, anzi”.
L’Italia giocherà contro l’Inghilterra il prossimo 23 marzo a Napoli. Una possibile visita della Nazionale ad Ischia quanto farebbe bene all’intera popolazione? Il calcio può darvi una mano ad andare avanti?
“Sarebbe una cosa bellissima per tutta l’isola, sarebbe un bel gesto per tutta l’Italia. Se dovesse farci visita, la Nazionale di Roberto Mancini ci darebbe una grandissima forza per andare avanti. Il calcio può aiutare a cercare di ritrovare una sorta di quotidianità. Non è facile, ma dobbiamo assolutamente reagire”.
William Scuotto per SerieANews.com
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