NAPOLI – Come se avesse avuto un presentimento. Un cattivo presentimento. Come se già prima di cominciare il giro avesse annusato l’aria e capito l’antifona. « L’entusiasmo può essere un pericolo». Così parlò – con le stelle – Blerim Dzemaili pochi minuti prima di scendere in campo. Così e poi anche con estrema lungimiranza e arguta intelligenza. Non si fidava, no. Lui che è svizzero e preciso come vuole la tradizione, addirittura tedesco nella sentenza del tiro da fuori, aveva capito perfettamente che la notte del San Paolo non sarebbe stata tanto facilmente di festa. Nonostante i fuochi d’artificio. L’uomo del primo gol, del vantaggio-illusione, s’è cucito la boccaalla fine della partita e lasciato ad Hamsik il compito di raccontare la serataccia del Napoli, è vero, ma tutto sommato aveva già detto tutto quanto c’era dire prima ancora di toccare il primo pallone.
L’AVVERTIMENTO – E allora, la storia. Il racconto di una sorta di profezia che Dzemaili ha griffato per se stesso e per il mondo azzurro intero, a mo’ di avvertimento, prima ancora di allacciare le scarpe. «Attenzione al Sassuolo: sarà una squadra diversa rispetto a qualche giorno fa. Non saranno gli stessi dei sette gol incassati con l’Inter». E non finisce mica così: «Credo che questa partita sarà molto più difficile di quella con il Milan, perché loro giocheranno chiusi in difesa e non concederanno spazi». Lucidità ed esperienza. E un’invidiale maturità: «L’entusiasmo può diventare pericoloso. Sicuramente». Anche certamente e senza ombra di dubbio. E infatti come sempre e più del solito, e sin dall’inizio, lui ci ha messo l’anima, il cuore, il fisico, la mente e la passione. E poi la bomba dell’1-0 piazzata alle spalle di Pegolo, la prima della stagione alla seconda consecutiva da titolare dopo San Siro. Gran bel gol, con tanto di complimenti pubblici di Rafa. Gran brutta illusione.
OCCASIONE SPRECATA – Aveva avvertito il pericolo, insomma. Sì, Dzemaili aveva intuito già negli spogliatoi che la situazione potesse prendere una piega non proprio favorevole, nonostante le previsioni della vigilia di esperti, osservatori e bookie. «Sono queste le partite che dobbiamo vincere per coltivare il sogno di raggiungere grandi obiettivi». Parole molto interessanti, le sue. Sacrosanti. Da imparare e recitare a memoria come le sure del Corano: perché è vincendo gare come quella di ieri, che vittorie come quelle con il Milan alla lunga diventano decisive.
LA STAFFETTA – Un mezzo passo falso, dopo cinque vittorie consecutive, comunque ci può stare. Non resta che rimuovere le scorie, riempirsi di rabbia (sportiva) alla velocità della luce e riprendere a marciare a pieno regime sin da sabato con il Genova a Marassi. Dopo il turno di riposo concesso ieri da Benitez, di certo in mediana tornerà Behrami: e al suo fianco? Beh dopo il gol, Dzemaili ha riproposto la sua candidatura per la terza volta di fila: l’eterna staffetta con Inler è ricominciata subito dopo la fine della partita con il Sassuolo.
LA SOLUZIONE – Il gol, dicevamo, ha sì regalato maggiore fiducia a Blerim, ma è stato anche celebrato da Rafa come soluzione da tentare: « Avendo certe potenzialità bisogna provarci». Sì, gente come lo svizzero ha la dinamite nei piedi: 9 gol nella stagione precedente (7 in campionato, 2 in Europa League), e uno finora. E tutti, più o meno, nello stesso modo: il tiro da fuori. «Bisogna provarci». Lo ha detto il tecnico. Dzemaili non se lo fa dire due volte.
Fonte: Corriere dello Sport
La redazione
F.G.
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