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«Io, Boateng, ghanese del Lago Patria che tifa Napoli. Razzismo? Mai subito qui»

Joshua è un talento della boxe: «Sul razzismo d’accordo con Kevin ma qui non l’ho mai subito»

«Io e Prince parenti? Ma no, in Ghana chiamarsi Boateng è come chiamarsi Esposito a Napoli». Omonimia, dunque, una semplice omonimia lega il campione del Milan con Joshua Boateng, classe ’96, pugile della De Novellis che la settimana scorsa ha vinto il torneo regionale esordienti “Youth”, categoria 64 chili, nell’ambito del “Memorial Silvestri” svoltosi nella palestra della Napoli Boxe. Se c’è un’affinità tra i due, sta nel fatto che entrambi non sono nati in Ghana, pur essendo chiaramente di origini africane per il nome e il colore della pelle. Se Prince ha visto la luce a Berlino, infatti, Joshua è napoletano di nascita e di crescita, vive da qualche anno a Lago Patria con i genitori (ghanesi), va a scuola (con profitto) all’Itis di Pozzuoli e si allena alla Pugilistica De Novellis di Fuorigrotta. Il calcio è solo una delle sue passioni, ma dopo la boxe: «Sono tifoso del Napoli da bambino e naturalmente sono anche un fan di Prince».
Il quale Prince è stato protagonista recentemente di una vicenda legata più al razzismo che al calcio: quel pallone lanciato con rabbia verso i tifosi di Busto Arsizio che lo insultavano lo ha eletto quasi a simbolo della lotta contro questa piaga sociale, tant’è che è stato invitato a parlare all’Onu sull’argomento. Il Boateng napoletano naturalmente sa tutto di questa vicenda. «Purtroppo – ammette con la saggezza di un adulto – sono cose di tutti i giorni. Questa è un a piaga che non si cancella con un gesto. Personalmente mi sono sentito triste quel giorno perchè ho capito che lui aveva accusato il colpo e non si era sentito a suo agio. A me, per fortuna, non è mai capitato niente del genere. Con i miei compagni di classe e di gioco non ho mai avuto alcun problema».
Tornando al calcio, si avvicina il giorno di Milan-Napoli, in programma il 14 aprile. Il Boateng napoletano ha idee chiare: «Spero che vinca il Napoli ma con un gol del mio omonimo: facciamo 2-1 per gli azzurri…». Singolare la sua storia di avvicinamento ai guantoni: «Aderii ad una leva di kick-boxing a Lago Patria dove conobbi Raffaele Simone, un pugile della De Novellis che mi portò alla sua palestra. Capii subito che quello era il mio sport. Così ora mi alleno con Simone e un paio di volte a settimana vado a Napoli dove mi segue il maestro Guido De Novellis». Ma non è stato facile convincere i genitori a lasciargli praticare questo sport: «Mia madre era contraria, mio padre mi ha dato il permesso, a patto che io vada bene a scuola. Alla fine l’ho spuntata». Il Ghana certo appartiene alla sua storia personale: «Sono stato laggiù un paio di volte, lì ho ancora nonni e zii, ma mi sento più napoletano che ghanese». E dopo il positivo debutto sogna un futuro da campione del ring: «Il mio idolo è Tyson – confida – e sono anche un discreto picchiatore, ma devo migliorare molto nella tecnica». Passione e temperamento non gli mancano. Guido De Novellis, il suo maestro, assicura che se si allenerà con continuità, presto sentiremo parlare anche di un Boateng campione del ring.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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