Stefano Pioli stamani ha parlato a “Radio Anch’io Lo Sport” su Radio 1 Rai del momento dell’Inter e ha cercato di buttare acqua sul fuoco degli entusiasmi dopo 6 vittorie di fila consecutive, l’ultima ieri a Palermo.
Pioli, l’Inter è in corsa anche per la Champions?
Stiamo vivendo un momento positivo, ma da qui a parlare di Champions ce ne passa. Noi dobbiamo pensare solo a dare il massimo partita dopo partita.
Qual è la differenza tra la gestione della Juve dove ha giocato e quella dell’Inter attuale?
Gli anni sono passati e ne sono passati tanti… La Juventus era un ambiente altamente professionale, abituato a vincere con una famiglia forte. All’Inter la proprietà è altrettanto forte: è lontana chilometricamente, ma molto vicina. C’è voglia di fare le cose per bene e di vincere.
Come ci si sente ad aver normalizzato l’Inter mettendo tutti i giocatori al posto giusto, cosa che prima non succedeva?
Io ho giocatori di talento e di qualità assoluta che hanno capito che bisogna sacrificarsi e lavorare insieme per vincere. Abbiamo le qualità per giocare un buon calcio e possiamo migliorare ancora, essere più imprevedibili. Quando c’è la disponibilità dei giocatori la strada è ben indirizzata. Noi vogliamo continuare a fare bene.
Che voto dà finora alla sua Inter?
I voti li lascio a voi giornalisti, ma noi sappiamo che abbiamo iniziato un percorso che finirà solo il 28 maggio. Conosciamo bene la qualità di chi ci precede e dobbiamo cercare di vincere più partite possibile da qui alla fine. Oggi è troppo presto per fare dei bilanci.
Come ha fatto a rilanciare l’Inter? Lei è uno psicologo?
In tutti gli sport la psiche la deve fare da padrone perché se i giocatori sono forti di testa, possono superare i momenti difficili che ci sono durante la stagione, ma anche durante la singola partita. A volte è soprattutto una questione di testa, di crederci. L’aspetto più importante è quello mentale, l’approccio al lavoro e alla gara. La continuità durante un singolo match è quello che noi allenatori dobbiamo affrontare con più attenzione se si vogliono ottenere certi risultati.
Adesso le voci di Simeone all’Inter non ci sono più. L’hanno ferita queste voci un paio di mesi fa?
Con tutta serenità dico che non mi hanno ferito. So che sto allenando una grande squadra e tanti vorrebbero essere al mio posto. Saranno i risultati a decidere a fine stagione e io mi auguro a giugno di essere ancora al mio posto.
Sentire che Suning vuole acquistare grandi giocatori per la prossima stagione è uno stimolo o un peso?
Ci responsabilizza e ci fa sentire che qui c’è un progetto importante. Personalmente questa prospettiva mi stimola a dare ancora di più il massimo. E’ normale parlare di futuro da parte dei media, ma noi dobbiamo essere concentrati solo sul presente e sulle nostre prestazioni. Se facciamo buone prestazioni, possiamo arrivare lontano e rendere felice una proprietà che ci sostiene e che garantisce a questo club un grande futuro.
E’ giusto italianizzare l’Inter come avete fatto con l’arrivo di Gagliardini?
Avere giocatori italiani in rosa e creare uno zoccolo italiano che dia più identità è giusto. Abbiamo preso Gagliardini, un ragazzo di talento e di prospettiva, non per caso. Era al primo posto della nostra lista e siamo felici di averlo. Io ho dato delle indicazioni di prendere degli italiani e anche Ausilio era d’accordo. Terremo questa linea anche per il futuro.
Gabigol è da Serie A?
Negli ultimi 3 mesi è cresciuto tanto. E’ giovane e viene da un paese lontano, da un campionato diverso, ma si sta ambientando velocemente. Credo che contro il Bologna abbia fatto bene e può crescere ancora.
La Coppa Italia è un obiettivo dell’Inter?
E’ un obiettivo sicuramente e va inserito all’interno degli impegni di campionato. La affrontiamo con serietà e ambizione perché con 4 partite fatte bene possiamo arrivare alla finale e magari vincere un trofeo. Contro la Lazio non sarà facile, ma vogliamo arrivare alle semifinali.
L’1-0 è diventato un risultato ottimale nel calcio moderno?
Il risultato che preferisco è 2-0, con un gol per tempo. Con l’1-0 non chiudi mai la partita e non sei mai tranquillo perché ogni avversario in Serie A ha la possibilità di colpirti in ogni momento. Con l’1-0 però vuol dire che hai sempre l’attenzione alta e che sai resistere. Se riesci a ottenerne tanti vuol dire che i tuoi uomini di seguono e che non “staccano” mai durante i 90’.
La Juventus contro la Lazio ha schierato 5 giocatori offensivi. L’ha sorpresa?
Non mi ha stupito perché Allegri è un grande allenatore. Lui come tutti i tecnici sente il polso della squadra e sa quando è il momento di fare scelte che all’esterno possono sembrare strane. I giocatori di qualità possono giocare tutti insieme e possono far bene. La Juve vince lo scudetto da tanti anni, è fortissima, ma non è imbattibile.
Joao Mario e la concorrenza che ha riportato all’Inter sono tra i vostri segreti in questo momento?
Avete giocatori forti e grande competitività è positivo perché ti consente di avere risultati positivi. Sono importanti i primi 11 che vanno in campo, ma anche quelli che entrano dalla panchina. Dobbiamo mettere da parte l’io e mettere davanti il bene della squadra.
Cosa l’ha colpita di più quando è arrivato all’Inter?
Ho trovato un livello di strutture e di organizzazione eccezionale. La società, sia qui ad Appiano sia in sede a Milano, ci mette in condizione di pensare solo al nostro lavoro. C’è tutto per fare bene e se prima dall’esterno poteva sembrare che non ci fossero le condizione giuste, vi assicuro che non è così. Questo è importante.
Inserirà in prima squadra altri giovani del vivaio?
Vogliamo inserirli, ma devono essere pronti. Da un po’ di tempo abbiamo messo in rosa e si allena con noi Pinamonti che è un ragazzo di grandi prospettive e darà grandi soddisfazioni alla società. I giovani però non vanno bruciati.
Come sono i suoi rapporti con Candreva? Con lui alla Lazio…
I rapporti con Candreva sono ottimi perché tutti e due vogliamo dare il massimo per l’Inter. Alla Lazio non è successo niente di grave: lui voleva fare il capitano, io ho fatto un’altra scelta. Se quella stagione le cose non sono andate come nel primo anno, non è colpa della storia della fascia.
Perché tutti i dirigenti si affrettano a smentire che l’Inter non può prendere Messi?
Credo che con molta onestà e sincerità non bisogna prendere in giro nessuno. Se la società dice che Messi è un sogno, non credo sbagli. La volontà di fare una grande Inter però c’è.
La corsa per lo scudetto sarà un testa a testa tra Juventus e Roma?
Le prime tre stanno facendo un grande campionato e ci stiamo accodando anche noi. La Juventus, la Roma e il Napoli sono le più accreditate per il titolo. Il campionato quest’anno è molto bello ed esaltante.
Fonte: CorSport
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