Molti gli spunti interessanti di Inter-Napoli, dalle scelte iniziali di Benitez alla gestione dei 90 minuti, fino allo stato di forma di alcuni giocatori, Inler in primis. Dall’inizio, in panchina Guarin da una parte e Hamsik dall’altra. Mazzarri rinunciando al colombiano toglie fisicità, dribbing e capacità balistiche alla squadra, Benitez senza lo slovacco perde palleggio, senso tattico, rifinitura. In campo al loro posto ci sono, da una parte Kovavic che mette tecnica, visione di gioco e disciplina tattica, dall’altra Mertens, con la sua velocità ed i suoi lampi improvvisi. Mosse le lasciano trapelare le intenzioni dei due tecnici. Walter vuole controllare il gioco e sfruttare l’uomo in più a metà campo. Rafa vuole lasciare l’iniziativa all’avversario, attendere e accorciare all’indietro, per poi, improvvisamente, ripartire. Il canovaccio è dovuto anche alle diverse esigenze di classifica. L’Inter deve provare a vincere per tenere il passo della Fiorentina (appena vittoriosa a Bologna) e staccare il Milan. Al Napoli basterebbe un pareggio per consolidare il terzo posto e le scelte di Benitez sono viste come prove tecniche della finale di Coppa Italia. Sotto osservazione soprattutto Mertens nel ruolo di spalla di Higuain. Il suo incipit non è male. Dopo una manciata di minuti su un break di Ghoulam Mertens va a ricevere palla da Insigne sulla trequarti. Appena si gira vede lo splendido inserimento centrale di Callejon. Il pallonetto del belga cade preciso sul piede del compagno che arriva in corsa e calcia al volo di interno piede, a colpo sicuro. Il tiro rimane basso, Handanovic immobile, ma la palla sfila a fil di palo. In realtà sarà uno dei pochissimi guizzi di Mertens per il resto abbastanza in difficoltà a trovare spazio nella trafficata zona centrale. Merito dell’Inter che in quella zona sfrutta il vantaggio di una doppia copertura. Ranocchia, nel ruolo di “libero”, e Cambiasso, come “metodista”. Occorre scavalcare in ampiezza il bunker nerazzurro. Ci riesce Insigne al 22’, ancora capitalizzando una ripartenza. Il cambio gioco è, nuovamente, sul lato debole dell’Inter, nella corsia tra Andreolli e Nagatomo. Callejon si incunea tra i due e serve con un cross rasoterra Higuain che liscia clamorosamente. Prima e dopo questi due flash azzurri è quasi un monologo nerazzurro inconcludente. Le combinazioni tra Icardi e Palacio sono ariose e coordinate, Kovacic li supporta mentre Hernanes latita, sia per demeriti suoi sia per la buona vena di Inler che lo contra sistematicamente. Lo svizzero è anche propositivo e lucido (terminerà la gara con 76 passaggio riusciti sugli 84 tentati). Uno standard elevato arricchito anche dalla ricerca del gol con tentativi dalla distanza, nel primo tempo, e da sotto misura con lo sfortunato palo colpito nel finale. La partita però cambia col passare del tempo. Il pressing dell’Inter si affievolisce. Il trend del possesso palla si inverte fino a registrare 64% Napoli nella ripresa. Già al 50’ la manovra del Napoli potrebbe segnare la differenza tra le due squadre. Jorginho riceve da Henrique (meglio nel ruolo di esterno basso) e sventaglia sull’out opposto. Insigne controlla, punta D’Ambrosio e scarica sul solito Inler. Palla dentro per Higuain che si prende gioco di Andreolli aggirandolo prima di controllare e battere a rete da pochi metri. L’Inter si salva ancora, questa volta grazie a Nagatomo che, passando di lì per aver seguito il taglio dentro di Callejon, intercetta il tiro di spalla. Ora è l’Inter ad affannarsi. Entrambi gli allenatori capiscono che l’andamento della gara ha ormai capovolto le loro intenzioni iniziali e si adeguano al nuovo andamento. Benitez mette dentro Hamsik per Mertens visto che ora è il Napoli a cucire la manovra. Mazzarri toglie Hernanes, cercando di sfruttare l’allungo di Guarin. Alla fine adotterà il 4-5-1 (dentro Kuzmanovic, fuori Icardi) rinunciando a qualsiasi velleità offensiva e puntando dritto allo 0-0. Il Napoli esce con la convinzione di aver ritrovato i 90 minuti nelle gambe e nella testa, ma esce anche senza Higuain vittima di un trauma contusivo che lascia tutti i tifosi partenopei in apprensione.
Fonte: Adriano Bacconi per Il Mattino
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