Antonio Conte, tecnico dell’Inter, ha analizzato così la vittoria per 2-0 contro il Crotone ai microfoni di Sky Sport: ”Il campionato che stiamo facendo è figlio di una crescita costante che ha avuto la squadra, sotto tutti i punti di vista: tecnico-tattico, ma anche di mentalità e condivisione. Anche di vivere questo momento intensamente. Chi gioca, chi sta in panchina, chi nell’ultimo periodo è stato meno coinvolto… Tutti sappiamo che sta per arrivare qualcosa di straordinario, stiamo riuscendo nell’impresa di far cadere un regno che durava da nove anni. I ragazzi meritano queste soddisfazioni”.
Domani vedrete insieme l’Atalanta?
“Gli avrei dato un po’ di libertà in caso di vittoria, glielo avevo promesso. Dobbiamo stare un po’ con le nostre famiglie. Vedremo la partita nelle nostre case, in maniera serena. Per noi quello che succede domani è relativo, non chiediamo niente a nessuno: noi non dipendiamo da altri, soprattutto dopo un campionato del genere”.
Quando pensi di aver centrato l’obiettivo?
“C’è stato un processo di crescita evidente. C’era da fare un percorso per arrivare a vincere ed essere considerati dei vincenti. Bisogna fare delle rinunce per fare un campionato così, sacrifici, e non tutti ce la fanno. Io ho trovato un gruppo che ha remato dalla stessa parte, abbiamo condiviso un sogno. Stiamo per entrare nella storia dell’Inter, c’è poco altro da dire…”.
Più difficile vincere a Torino nel primo anno di Juve o quest’anno?
“Sono state due situazioni di difficoltà enormi, sia da una parte che dall’altra. Anche la Juventus era in un periodo problematico, non c’erano indirizzi e visioni. Sono stato fortunato perché ho trovato un presidente-tifoso e siamo riusciti a fare qualcosa di straordinario. E battemmo il Milan dei grandi nomi, l’Inter del Triplete. Oggi, invece, mi prendo i frutti della mia scelta più difficile: tanti si sarebbero nascosti dietro alla storia, dietro tante cose. Mi sono messo in discussione. Rimango tifoso di tutte le squadre che ho allenato, ma sono il primo tifoso della squadra di cui oggi difendo i colori. Non è stato semplice entrare nel cuore di tutti i tifosi dell’Inter, ma sicuramente ho capito e capirò. Ho sempre dato tutto per questo club. Mi sono messo in gioco in maniera importante e ho una soddisfazione che mi porto dentro immensa”.
La pazza Inter è diventata una macchina da vittoria. Qualcosa dell’Inter ha cambiato te?
“Voglio mettere i puntini sulle i: qualcuno ha detto che ho voluto cambiare l’inno dell’Inter, è assolutamente falso. A me ‘Amala’ piace, è un inno simpatico. Qualcuno ha usato la mia battuta, ma non sono io a dovermi prendere la responsabilità. Mi ha dato fastidio, io ho rispetto per la storia del club in cui lavoro. Per quanto riguarda la domanda, sono entrato in un ambiente nuovo: non è stato, non è e non sarà semplice, perché ci sono tante dinamiche. Spesso e volentieri vedo troppa negatività, anche di tifosi-giornalisti. E invece dovrebbero essere più positivi e più tifosi”.
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