Il sogno è tutto lì, in un cerchio (ideale) che evidenzia e abbraccia una data su un calendario e una partita nella mente. Un giorno speciale, per un figlio di Napoli. Magari non quanto il 3 marzo 2013, però comunque un passo fondamentale atteso da una vita: «Ho cerchiato il 21 ottobre». Lorenzo Insigne ha già capito tutto. E in questa frase, in questo promemoria, c’è tutto il fiume di sangue azzurro che gli scorre nelle vene: 21 ottobre 2012, la data di Juventus-Napoli. Il secondo atto stagionale dopo Pechino e prima del compleanno del popolo azzurro: il ritorno al San Paolo del 3 marzo. Giorni, date, ore, minuti: Insigne li sta contando. Magari da una vita.
JUVE AVVERTITA – E allora, eccolo il fenomeno che domani esordirà a Fuorigrotta con il Bayer Leverkusen. Il talento purissimo che, prima ancora di mettere piede nel tempio, ha già fatto impazzire tutti con un gol in rovesciata ai microfoni di Radio Marte Stereo: «Ho cerchiato quella data? C’è Juve-Napoli». Brividi. Gli stessi che gli incresperanno la pelle in Cina l’11 agosto: tra due settimane o giù di lì, Lorenzo avrà già la possibilità di cavalcare un’altra onda in Supercoppa. «Il mio ritorno a Napoli, con la possibilità di indossare la maglia azzurra e lavorare e giocare insieme con tanti campioni che fino a ieri guardavo soltanto in tivvù, rappresenta già il coronamento di un sogno. Quello di tutti i bambini napoletani. Ora, però, inseguo un’altra meta: vincere qualcosa con questa squadra, nella mia città. So perfettamente quanto i nostri tifosi tengano a battere la Juve, sempre, ed ecco perché dico che c’impegneremo al massimo per vincere già la finale cinese».
ROBBEN? BOH! – Che bello sognare. Ma che belle anche la sincerità e la spontaneità, qualità che Insigne dimostra di avere in abbondanza, raccontando un retroscena che avrebbe potuto montare e poi mandare in scena con tanti di quei particolari accattivanti, da lasciare tutti a bocca aperta. E invece? «A Dimaro è andata benissimo, allenarmi insieme con grandi giocatori è stata un’esperienza esaltante». Come segnare il gol della vittoria con il Bayern vice campione d’Europa. A proposito, cosa le ha detto Robben scambiandovi la maglia? Le ha fatto i complimenti? «Non mi ha detto niente. Perché sinceramente non l’ho capito!». Spettacolo e giù risate da matti.
I MAESTRI – Simpatico e spontaneo, dicevamo, ma anche professionista esemplare: «In allenamento do sempre il massimo e soprattutto provo ad imparare sempre qualcosa dai miei compagni: da Pandev, Cavani e Hamsik e tutti gli altri. Ho un ottimo rapporto con il gruppo. Vargas? E’ molto forte, stiamo bene insieme». Dai maestri del campo a quelli della panchina: «A Zeman devo tanto, mi ha aiutato a migliorare, crescere e maturare sotto ogni punto di vista. A partire da quello fisico. Ora c’è Mazzarri, per fortuna: averlo in panchina mi conforta e mi rasserena. Mi ha fatto i complimenti per le stagioni di Foggia e Pescara e poi mi ha consigliato di stare tranquillo. Ecco, il mio obiettivo è questo: restare coi piedi per terra e provare a dare il mio contributo quando ne avrò l’opportunità».
LA CITTA’ – Il popolo azzurro non aspetta altro: «Ringrazio i tifosi per l’affetto, è straordinario: farò di tutto per non deluderli». Pressione? « No, emozione. E gioia. Ho una famiglia che mi sostiene sempre». Com’è suo fratello Roberto, centrocampista della Primavera? «Dicono che sia più bravo di me e io lo accetto. E’ mio fratello”. Bene. Poi, curiosità: «L’idolo? Del Piero». E il numero 24? «L’ho scelto perché è il giorno di nascita della mia fidanzata»
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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