«L’Italia è un paese vecchio, anche di idee. Essendo il calcio un veicolo, dobbiamo avere il coraggio di cambiare, noi ci stiamo provando. Un risultato non può condizionare. Altrimenti si fanno due passi avanti e tre indietro». I concetti che Cesare Prandelli invia dal palco di Casa Azzurri a Cracovia sono inequivocabili. La nazionale ha incassato consensi dalle rivali più prestigiose, e compresa la Spagna del triplete, per il nuovo atteggiamento in campo, propositivo e coraggioso, generoso e spettacolare. Dimostrare all’Europa (e al mondo) di non giocare più il calcio difensivista, di non essere più riconosciuti come catenacciari, vale più del secondo posto nel trofeo continentale.
La svolta, insomma, c’è stata. Ed è stata riconosciuta anche all’estero. In questo senso, quando ad agosto Prandelli comincerà la seconda fase della sua gestione, non sarà l’anno zero, come nel 2010, dopo il fallimento in Sudafrica. Il cittì, però, dovrà intervenire sul gruppo attuale. Perché non potrà essere lo stesso dell’Europeo. Ha bisogno di essere migliorato. Anche ringiovanito. In più andranno valutati alcuni calciatori a trecentosessanta grandi, cioè la tenuta fisica e psicologica. La vetrina internazionale consuma più che il campionato italiano, non tutti sono preparati per il palcoscenico che conta. Che toglie energie. Quindi andranno analizzati diversi fattori per scegliere i giocatori giusti per affrontare le qualificazioni, la prima gara sarà Bulgaria-Italia il 7 settembre, per il mondiale del 2014 in Brasile. Alcuni convocati hanno dato poche garanzie soprattutto sotto sforzo, troppi infortuni muscolari durante allenamenti e partite, altri hanno mostrato poca personalità. Il cittì, nelle prossime settimane, tirerà le somme, analizzando le risposte date dai singoli durante i test: in sintesi, come hanno reagito alla fatica di quest’avventura. A Berna, il 15 agosto, l’amichevole con l’Inghilterra. Non ci saranno tanti volti nuovi. Verrano inseriti gradualmente, facendo attenzione al rendimento di ognuno nei club. Qualcuno uscirà, invece, definitivamente di scena. Altri, i senatori Buffon e Pirlo, diranno addio dopo il mondiale.
I giovani da chiamare durante il prossimo biennio. Grande attenzione al blocco dell’Under 21 che Ferrara lascia, per la Sampdoria, ad un anno dall’Europeo. Verratti è stato già a Coverciano, prima della partenza per Cracovia, inserito nella lista dei 32. Con il regista plasmato da Zeman nella scorsa stagione, possono entrare nel gruppo il centrale difensivo Capuano, i centrocampisti Florenzi e Marrone, gli attaccanti Destro, scartato dai 23 solo al fotofinish, Insigne, Immobile e Gabbiadini. Non sono giovani i centrali argentini Paletta e Silvestre, nemmeno il fluidificante mancino Peluso. Ma sono da tempo nella lista di Prandelli.
I possibili ritorni. Il più interessante è quello di Aquilani che firmò il successo contro la Spagna, a Bari, in amichevole nell’agosto scorso. Altri erano nella lista dei 32: il portiere Viviano, i difensori Ranocchia, Bocchetti e Astori e i centrocampisti Cigarini e Schelotto. Per l’attacco Prandelli aspetta Rossi che però potrebbe essere disponibile solo all’inizio del 2013. Ma il giocatore che più gli è mancato è Criscito: sarebbe stato titolare all’Europeo.
In pochi salutano. Lasciano i più vecchi tra i 23 dell’avventura in Polonia e Ucraina: sono il portiere De Sanctis e l’attaccante Di Natale, entrambi classe ’77. Molto probabilmente pure Balzaretti, Barzagli e Thiago Motta. I primi due solo per motivi di età. Il terzo per i troppi guai muscolari. Perché tutt’e tre sono piaciuti al cittì.
I confermati sono la maggioranza. Restano Buffon e Sirigu, erede designato proprio dal portiere capitano; in difesa Abate, Bonucci, Chiellini e Ogbonna; a centrocampo De Rossi, Pirlo, Marchisio, Montolivo, Nocerino e Diamanti; in attacco Cassano, Balotelli e Giovinco. Un discorso a parte, però, meritano Maggio e Borini. Il terzino ha vissuto una seconda parte di stagione travagliata, spesso fermo per infortuni muscolari. Per il ruolo viene considerato fondamentale. L’attaccante, invece, è stato penalizzato dal sistema di gioco. Lo ha ammesso proprio il cittì. Le sue caratteristiche di esterno non si sposano con il 4-3-1-2. Può, però, per l’abitudine al sacrificio essere utilissimo, magari su una delle due fasce in caso di modifica dell’assetto. Passando al 3-5-2, al 4-3-3 o al 4-2-3-1.
Cassano vuole restare. Ma sarà fondamentale la preparazione atletica nella prossima stagione. All’Europeo si è portato dietro il fardello, pesantissimo, di sei mesi di inattività. Per essere competitivo, a 30 anni, dovrà ritrovare la condizione migliore, anche se nelle sei partite del torneo, tutte giocate da titolare ha offerto quei colpi che possono cambiare la storia di una partita.
Due addii annunciati, ma dopo il mondiale del 2014. Pirlo ha già fatto sapere che andrà via solo dopo questo biennio. Anche Buffon che, proprio ieri, ha dato appuntamento a tutti in Brasile.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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