«Nessuno si perda d’animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo». Con questa frase tratta dalla Bibbia il piccolo Davide si presentò a re Saul per sfidare Golia. Un giovane ragazzo dal piglio caparbio ed il fare da guascone, tanto sfrontato da opporsi al più robusto dei nemici. Sembra essere la storia di Lorenzo Insigne, minuto attaccante del Foggia e capocannoniere (15 reti) del girone B di prima divisione Lega Pro, in coabitazione con il suo collega di reparto Marco Sau.
Una coppia capace di segnare trenta gol in ventisei giornate, dei quali solo tre giunti su calcio di rigore. Dei due, lo scugnizzo di Frattamaggiore è sicuramente il più vivace ed estroverso, nato in una famiglia che ha il calcio nel sangue. Suo padre è stato calciatore nella Casertana di Beppe Materazzi. I suoi fratelli indossano ogni domenica calzoncini e scarpe da calcetto. Il piccolo Antonio Insigne è considerato la nuova stella delle giovanili partenopee. Lorenzo è giunto a Foggia nella profonda convinzione di poter coronare il sogno della sua vita: «Mi piacerebbe un giorno giocare titolare con la maglia azzurra», aveva dichiarato qualche settimana fa il folletto campano. Una maglia che ha accarezzato per pochi dolcissimi minuti, in un Livorno-Napoli del 24 gennaio 2010. Ad una manciata di secondi dal termine rilevò Denis nel cuore dell’attacco partenopeo. Un esordio nella massima serie breve ma indimenticabile. Un po’ Giovinco per il curioso modo di esultare, un po’ Del Piero per le deliziose parabole a giro che incastona sotto l’incrocio dei pali. Insigne in questa stagione si è dimostrato l’arma in più del Foggia, il calciatore con il cambio di passo giusto per seminare gli avversari e creare la superiorità numerica. I numeri del potenziale campione ci sono tutti, così come i prevedibili switch off improvvisi, con partite di pausa, in cui il funambolico Lorenzo tira il fiato. Niente di anormale per un diciannovenne: se avesse anche la continuità dalla sua, sarebbe un alieno del calcio. Tale, infatti, è parso nella gara contro il Lanciano, disputata due mesi fa allo Zaccheria.
Una sua tripletta ha messo ko gli avversari, tanto da indurlo ad entrare in sala stampa senza aver fatto la canonica doccia. Dai calzettoni della sua divisa rossonera, impregnata di sudore e adrenalina, sbucavano sbarazzini i suoi parastinchi. Sopra di essi un’incisione recitava: «Sono ignorante e me ne vanto». Su quei parastinchi Lorenzo dimentica di scrivere una lode ai suoi piedi, al suo destro vellutato, dal quale passano inevitabilmente le ambizioni play off del Foggia. Piedi pronti a divorare l’erba dei campi asciutti di primavera. In attesa che il sole faccia il suo e metta le ali ai piedi dei rossoneri, lui, il giovane Lorenzo si allena duramente. Come dicono i Gemelli diversi nel brano «Tu corri», colonna sonora di alcuni video dedicati ad Insigne sulla rete: «Ci sei solo tu, con quella porta davanti e un tiro da segnare che aspetta per svelarti se tutti quei sogni per cui tu corri li meriti davvero o son solo illusioni folli».
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
La Redazione
S.D.
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