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Insigne: “Ringrazio l’Arsenal ma la mia casa è a Napoli, amo questa maglia”

Varianti tattiche? Parlerò col mister, Edu Vargas potrà darci una mano

La sfida di Lorenzo Insigne. «Voglio vincere – ha annunciato ieri qui a Dimaro – con il Napoli, la squadra del mio cuore. L’obiettivo è fare bene in Champions League e lottare per lo scudetto». Ma le tentazioni sono forti, intriganti, inevitabili quando piaci alla gente che piace come Arsene Wenger, manager dell’Arsenal. «Sono lusingato da eventuali richieste di club importanti ma sto bene qua. Amo questa maglia e voglio vincere con il Napoli e spero di riuscirci da subito» . Ma la squadra di Benitez è già più forte dello scorso anno? «Al momento non si può dire. Siamo arrivati dietro a Roma e Juve, ma sappiamo di poter dare di più della stagione passata. Non penseremo alle avversarie ma solo a noi, lavoreremo per crescere e competere nella lotta al vertice».

LAVORO. La ricetta per fare bene è una sola: «Dobbiamo continuare a lavorare sulla strada indicata da Benitez per creare una mentalità vincente per puntare allo scudetto. Partiremo con una maggiore consapevolezza della nostra forza» . Insigne, nonostante la giovane età, è già un esempio per i suoi compagni. Si è presentato a Dimaro in anticipo di almeno 3-4 giorni rispetto al previsto: «Se Koulibaly e Michu sono stati ingaggiati significa che alzeranno il livello del gruppo. Riguardo a Vargas, è un grande giocatore, lo ha dimostrato anche ai Mondiali. Se dovesse restare con noi, Edu potrebbe darci una grossa mano. E non fa niente se si crea concorrenza in attacco. La concorrenza aiuta a crescere e stimolare tutti».

FUTURO. Insigne si identifica sempre di più nel Napoli, anche se il confronto con Benitez è sempre aperto, intenso, costruttivo. «Voglio migliorare in termini di gol (9 e 11 assist in 51 partite complessive la scorsa stagione; ndi) sulla mia posizione in campo parlerò a quattrocchi con il tecnico, ma per adesso sto bene dove sono. Ho sempre giocato con Zeman nel 4-3-3, qui ho un ruolo diverso e anche se mi sacrifico ma è importate dare una mano alla squadra». Il ricordo del trionfo in Coppa Italia è ancora palpabile, anche se procura sensazioni molto diverse. «Sono felice di aver segnato quella doppietta e di aver vinto da napoletano la Coppa. Ma quando ho saputo del dramma di Ciro Esposito sono stato molto male. Sono cose che nel calcio non dovrebbero mai capitare. I tifosi dovrebbero solo amare la propria squadra, non farsi la guerra».

Fonte: Corriere dello Sport

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