Poi arrivò il piccolo principe, l’erede designato al trono «affettivo» ch’è stato di Lavezzi, un gioiellino lustrato da Zeman prima con il Foggia, poi a Pescara: due anni di crescita, diciannove reti in Puglia e diciotto nella trionfale cavalcata abruzzese in A; un ruolo da prim’attore nel tridente e l’esecuzione perfetta di schemi offensivi che hanno pochi eguali. La capacità di leggere e di creare le diagonali, di andare nello spazio a chiudere la «veloce». Insomma, un attaccante dentro. Insigne ha cominciato bene: tre gol nel girone d’andata (Parma al san Paolo, a Marassi con il Genoa e persino con il Milan); poi ha frenato, un po’ sofferto, si è risvegliato nella prima di ritorno con il Palermo. Ora s’è bloccato a quel giorno: 13 gennaio. Due mesi, in cui ne ha fatte tre da titolare.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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