La notte stellata dell’Olimpico ha messo di fronte per la prima volta, seppure per mezz’ora, Insigne e Lavezzi. Nei mesi scorsi, prima dell’amichevole Italia-Argentina, ci siamo chiesti spesso se Lorenzo fosse in grado di raccogliere l’eredità del Pocho, volato nel 2012 a Parigi, e la risposta, dopo averli visti a confronto a Roma, è certamente sì.
Ci vogliono qualità e coraggio per giocare con quella naturalezza contro una delle più affascinanti e forti squadre al mondo. Ci vuole tanta classe per realizzare quel gol, un numero che i tifosi del Pescara e del Napoli hanno già visto. Con una simile prodezza, nello scorso aprile, Insigne segnò al Cagliari e afferrò la qualificazione in Champions League. Anche quella domenica il ragazzo di Frattamaggiore era sceso in campo nel secondo tempo. Mazzarri, l’ex allenatore del Napoli, ha avuto un particolare approccio con i giovani: li ha inseriti molto lentamente, a loro ha preferito – fors’anche per equilibri di spogliatoio – spesso gli anziani. Insigne ha faticato per trovare spazio e non ha preso piena consapevolezza delle proprie capacità. Con Benitez la situazione può cambiare.
Non si può disconoscere il contributo dato negli anni da Lavezzi, ma il Napoli è stato bello e forte anche senza di lui nella scorsa stagione, con il secondo posto che non si registrava dall’epoca di Maradona. L’autorevolezza con cui Insigne ha giocato contro la Seleccion è un motivo più che valido per proporne la candidatura da titolare nel Napoli di Rafa, che ha voluto alcuni fedelissimi connazionali (Albiol, Reina, Callejon) ma è altrettanto propenso ad aprirsi ai giovani. Non a caso, durante il ritiro di Dimaro, ha dichiarato che augura ad Insigne di segnare 20 gol e che nel progetto concordato con De Laurentiis c’è l’intenzione di sviluppare il vivaio – finora carente sotto l’aspetto delle strutture – affinché «escano altri giocatori bravi come Lorenzo».
In questo Napoli molto internazionale – una squadra praticamente straniera – dovrà esserci spazio per il napoletano Insigne, eccellente anche nei test con l’Arsenal all’Emirates Stadium e con il Benfica al San Paolo. Appare come l’uomo ideale, con il suo passo e il suo dribbling, per giocare da mezzapunta sinistra. Da quel lato lo ha utilizzato Zeman (uno che non ha mai avuto timore a puntare sui giovani) nella favolosa stagione della promozione del Pescara e partendo da quel lato è stato devastante contro l’Argentina. Prandelli è un dichiarato estimatore di Lorenzo, tant’è che un anno fa lo convocò per le prime due partite delle qualificazioni mondiali, facendolo esordire a Modena, e si augura che possa aggiungere al notevole bagaglio tecnico quell’elemento – l’assidua presenza in campo – mancato nella scorsa stagione, perché il suo talento sarebbe prezioso ai Mondiali in Brasile, adesso che artisti del calcio come Totti. Del Piero e Cassano sono usciti dal giro della Nazionale e Giovinco non ha una cifra superiore. Intanto, la stellina del Napoli ha avuto la capacità di risvegliare una brutta Italia nella prestigiosa amichevole a Roma: non è stato poco per un calciatore che ha fatto fugacissime apparizioni in questo gruppo.
Il rapporto tra Insigne, protagonista del brillante Europeo under 21 nello scorso giugno, e il Napoli si rafforzerà ulteriormente attraverso la revisione del contratto, che avverrà in termini di durata e di ingaggio. Sarà uno stimolo in più per Lorenzo, inserito da De Laurentiis in un progetto societario che da sempre concede ampio spazio ai giovani e in questa ottica c’è stato già il rinnovo per Hamsik, che ha resistito alle tentazioni del 2011 ed è diventato un simbolo del Napoli. Come Insigne, che dopo ogni gol bacia la maglia con convinto affetto, non come faceva Cavani, opportunista non soltanto in area di rigore.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
L.C.
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