«Il piano è questo: giocare un giorno nel tridente del Napoli in Champions League, al posto di Hamsik o Lavezzi.
Ma chi li sposta quei due? Sono due campioni e anche giovani. Certo, io sono ancora più giovane, ma la vedo dura. Comunque, difficile o no, resta il mio sogno e mi va di coltivarlo. Una notte al San Paolo da protagonista, una notte di Champions. Una e tante altre. C’è tempo. Intanto faccio assist e gradoni a Pescara, gol e ripetute. E’ la ricetta di mister Zeman e sembra proprio che funzioni».
Chi fa (con modestia e circospezione per la verità) questi solenni e ambiziosi proclami è uno scricciolo d’uomo che sembra uscito dal film di Nanni LoyLe quattro giornate di Napoli.Lo scugnizzo di Frattamaggiore che è partito da Napoli a caccia di gloria e che a Napoli vuole tornare per coronare il suo sogno e quello di tanti tifosi partenopei.
MI MANDA IL BOEMO– Piccolo come Giovinco, bravo già quasi come Giovinco. Gol e assist a Pescara (“un gol e due passaggi vincenti nell’ultima contro l’Albinoleffe”), Lorenzo Insigne, 20 anni, è piccolo sì, ma è un fascio di nervi pronto a scattare come una molla, sui gradoni (alti quasi come lui) di Zeman o in campo, tra compagni e avversari, pronto a deliziare col suo destro platee e palati anche fini. Intanto si gode lasua prima convocazione con l’Under 21. Incuriosito, modesto da buon ultimo arrivato, ma segretamente ambizioso.
«Sono qui, se riesco a fare cinque minuti in queste due partite che contano, bene, altrimenti sarà ugualmente un’esperienza importante, spero di farmi vedere da Ferrara, di meritare altre convocazioni».E ieri pomeriggio alla Borghesiana faceva già impazzire i compagni-avversaricon le sue piroette.
Ci racconta di Pescara e del suo rapporto con Zeman.
«Sono due anni che lavoro con lui, ma ho fatto per la prima volta la preparazione zemaniana. Una roba mai vista, ma i frutti si vedono, potrei fare le olimpiadi dopo i tremila, duemila e mille metri di luglio e agosto. O le ripetute tirando sacchi pieni di sabbia. Però adesso andiamo a mille, corriamo più di tutti in campo».
NAPOLI, SE CI SEI…«Il mio cartellino è del Napoli, spero che mi stiano seguendo, che apprezzino i miglioramenti. Per la verità da quando sono andato via, due anni e mezzo fa, non è checi siano stati molti contatti. Stavolta però, a Natale vado a Castelvolturno a salutare tutti, così mi faccio vedere».
Qui nell’Under 21 trova un ct, Ferrara, che del Napoli, il grande Napoli di Maradona & C. è stato un pilastro.
«A quell’epoca non ero neanche nato e comunque ero troppo piccolo per ricordarmelo da giocatore. Però l’ho visto all’opera nei dvd dedicati a quel grande Napoli. E’ curioso ed emozionante ritrovarlo come tecnico azzurro ».
Prima convocazione nell’Under 21 e giusto qualche apparizione con l’Under 20 di qualche mese fa, quando l’allenava Francesco Rocca. Più dura conlui o con Zeman?
«Due allenatori che curano moltissimo la parte atletica. Magari era più dura con Rocca perchè ti faceva allenare a pieno regime anche il giorno dopo la partita di campionato. Ma anche con lui poi si andava a mille».
APPUNTAMENTO CON MAZZARRI« Gli devo molto, se non altro perchèmi ha fatto debuttare in serie A quando ero poco più che un bambino. Lo ricordo ancora, un Livorno-Napoli(24 gennaio 2010 ndr). Vincevamo 2-0, ero in panchina, mi fece entrare nel finale. In realtà furono solo trenta secondi, poi l’arbitro fischiò la fine. Non toccai palla ma furono i trenta secondi più emozionanti della mia vita. La settimana dopo andai in panchina al San Paolo contro il Genoa. Ero alle stelle. Ci torno e ci gioco, mi son detto, anche se la strada sarà lunga e passa anche da Pescara, dove sto benissimo ».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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