Il riferimento è stato chiaro: “Insigne e Vargas devono dimostrare di poter insidiare Cavani e Pandev”. Lorenzino per molti (forse non per tutti) è un predestinato. In lui i tifosi napoletani, soprattutto i più giovani, hanno trovato un punto di riferimento in cui identificarsi, una “storia felice”, di passione e successo. Ora Insigne è al bivio. Il Napoli non è il Pescara e lui deve dire cosa intende fare da grande. Perché quello è l’ultimo gradino, l’ultimo salto di qualità: da promessa a realtà, da “ipotesi” a “tesi”, compiuta, definita. Tecnicamente non si discute: ci sono qualità visibili che non possono essere contestate. Ma, come cantava De Gregori a proposito dei calci di rigore, non è da questi dettagli che si giudica un giocatore. Mazzarri cerca alternative in attacco. Con lui in campo, a Torino, qualcosa è cambiato. Stasera può dimostrare che il salto di qualità finale è dietro l’angolo perché a ventuno anni bisogna uscire dal limbo delle “promesse” per entrare nel paradiso delle “realtà”.
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