I numeri non sempre dicono tutta la verità, ma 356 presenze con la maglia del Napoli, – da un po’ di tempo anche con la fascia da capitano sul braccio – e 92 gol possono fare la differenza. Perché se qualcuno avesse pensato al futuro di Lorenzo Insigne – solo un paio di anni fa – forse non l’avrebbe immaginato così. A Napoli e col sorriso. E invece oggi il capitano della squadra di Gattuso è anche uno dei pilastri più importanti, pronto a sfoggiare con orgoglio la maglia numero 10 anche con la nazionale del ct Roberto Mancini.
Nel campionato dei leader – Ibra al Milan, Cristiano Ronaldo alla Juve o Lukaku al’Inter – Insigne sembra aver risposto presente. “Non so se è un leader in quel senso, ma sicuramente è uno che sa farsi rispettare dalla squadra perché i compagni sanno quanto tenga al Napoli” racconta il suo agente Vincenzo Pisacane ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.
Un rapporto di amicizia prima e di lavoro poi per Pisacane e Insigne, una coppia nata dopo l’addio quasi improvviso dell’azzurro a Mino Raiola. “Sono il suo agente ma non dimentico il rapporto di amicizia che abbiamo ed è importante. Ora che lavoriamo insieme, mi ha stupito conoscerne la grande forza che ha: la famiglia. Tutti lo sostengono, lo difendono, sono pronti ad aiutarsi anche quando arriva qualche attacco di troppo dalla stampa – continua Pisacane – Sembra che Lorenzo si sia ormai abituato agli attacchi gratuiti e questo, sono sincero, un po’ mi fa incazzare”.
Eppure, tra le tribune del San Paolo – fino a quando potevano riempirsi – l’importanza di Insigne per i tifosi è cresciuta in modo esponenziale nell’ultimo biennio: i grandi numeri registrati nel triennio Sarri hanno fatto posto alla leadership del numero 24 sia nel miniciclo Ancelotti che dall’arrivo di Gattuso, pronto a metterlo al centro del suo nuovo progetto. “Vedo anche io un atteggiamento diverso dei tifosi e ne sono felice. Vuol dire che si sentono rappresentati da Insigne” ha detto Pisacane ricordando i mugugni arrivati dalla tifoseria qualche anno fa.
Un rapporto sempre complicato quello da nemo propheta in patria ma che è destinato a cambiare. Il manifesto della sua stagione, che per ora conta 4 presenze e già due gol in A, nel derby con il Benevento. “Non era al massimo per i problemi fisici, ma voleva esserci. La sfida con un fratello è speciale ed è stato contento del gol di Roberto. È stata una settimana incredibile per lui e tutta la famiglia” ha detto Pisacane, che ci racconta l’Insigne fuori dal campo: “Prima ancora di collaborare, provai una sera a portarlo a cena fuori. Lui è una persona che ama la compagnia e a me piace andare al ristorante, ma Lorenzo mi convinse a cenare a casa sua: arrivando, trovai solo zuppa di lenticchie, pollo e insalata. Non volle nemmeno provare il dolce che avevo portato a fine cena. È un professionista sempre, dentro e fuori dal campo. Non riuscimmo a corromperlo. Quella sera mi colpì: capii perché era arrivato dove è oggi e spesso racconto questa storia agli assistiti più giovani che ho”.
Lo splendido rapporto con la società e la squadra significano anche permanenza a vita? “Per ora non pensiamo a un nuovo contratto, è giusto che lui e il Napoli pensino alla stagione, poi vedremo cosa accadrà. Sicuramente arriveranno prima i 100 gol che la firma su un rinnovo”.
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