E quando le luci l’illumineranno, il volto sarà una maschera e il cuore comincerà a batter forte: il calcio è vita e là dentro c’è la sintesi d’una carriera (appena avviata), c’è il vissuto, c’è il futuro, c’è il passato e c’è il presente, c’è l’Insigne (quasi) bambino e l’Insigne (praticamente) uomo, c’è il tormento per quel ruolo così ingombrante di ex e però c’è anche l’estasi per la figura così imponente di stella. C’è Pescara-Napoli e non c’è un attimo di pausa per distrarsi, né la possibilità di divagare: perché stavolta la notte è fatta per danzare sul filo dei ricordi, lasciandosi inseguire da se stesso, dalle immagini che rievocano una cavalcata fantastica, dai desideri che andranno invece concretizzati. Si scrive Insigne e si rileggono due stagioni tutte d’un fiato, l’esplosione fragorosa d’un talento puro al quale sono bastati ventiquattro mesi per conquistare l’Adriatico e il San Paolo, unendoli attraverso dribbling e capolavori di portata diversa ma d’eguale spessore tecnico: chi l’avrebbe detto, nell’estate del 2011, che sarebbe andata così, che ci sarebbero stati novanta minuti tutti per lui? E’ Pescara-Napoli ed è dunque la notte di Lorenzo Insigne, il baby-bomber della rinascita abruzzese e, per stasera, il principe azzurro che prende in eredità – per un’ora e mezza – il trono lasciato vacante dal matador Cavani: e in quella sfida intestina, in cui le emozioni si mescoleranno, sarà inevitabile ritrovare le sensazioni contrastanti d’una partita che sa d’Evento, perché conduce all’infinito. E’ Pescara-Napoli ed è una straordinaria sensazione da affrontare, da eludere o da assorbire, chiaramente da governare, l’ennesima prova di maturità da affrontare portando a spasso il fardello di quell’impatto (bruciante) con la folla che l’ha eletto a (piccola) star e la responsabilità di caricarsi sulle spalle una città che è il proprio nido. E’ Insigne che ritrova Insigne e va a scoprire l’effetto che fa questa notte per sognar, per fantasticar…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
