Che notte, questa notte. La giovane rockstar salirà sul palco che una volta fu di tre tenori e comincerà a cantare. E poi suonerà prendendo lo strumento suo prediletto a calci, con la delicatezza di un tocco che è di un maestro in miniatura. Napoli-Milan, a voi. A lui. A te, Lorenzo Insigne: prima grande passerella, dal primo minuto, per lo scugnizzo della gente. Sì, lui è lo scugnizzo del popolo azzurro, quello che ad ogni scatto e ad ogni dribbling innesca un’emozione. Mazzarri, com’è giusto che sia, predica calma assoluta nei suoi confronti, perché il delitto più efferato, in quell’incendio di emozioni chiamato Napoli, sarebbe bruciarne il talento. Calma, allora. Ma anche sangue caldo e sfrontatezza, tanta. Il più possibile: perché è così che gioca uno scugnizzo. Perché è quello che il San Paolo aspetta per esplodere. Innamorato pazzo.
IL SOSPETTO – Tutti pronti, insomma. Carichi, concentrati e tirati a lucido. Che Insigne avrebbe potuto vivere da protagonista la prima del San Paolo degna di nota, beh, era una cosa presumibile già da domenica. Già sei giorni, sì, s’era capito che Lorenzo avrebbe potuto cominciare la sfida con il Milan dal primo minuto insieme con Hamsik e Cavani: l’infortunio alla (già malconcia) caviglia sinistra rimediato a Marassi da Pandev, e la splendida prestazione del giovane funambolo, avevano lasciato presagire l’avvicendamento. Pochi giorni di attesa, il rientro di corsa dal ritiro dell’Under 21 – proprio per smaltire a sua volta un piccolo problema alla caviglia destra -, qualche seduta di allenamento e via: “Giochi tu”. Parola di Mazzarri. E sorrisi.
IL DEBUTTANTE – Detto, fatto. Oggi andrà così, e sarà la prima partitissima, di quelle che piacciono da morire ai tifosi napoletani, che Insigne vivrà dal primo istante. Dal primo minuto: con la Juve a Torino entrò in campo, si, ma soltanto nel triste finale, e se Pandev non avesse sbagliato l’assist decisivo avrebbe anche potuto fare gol in contropiede. Poco male. Evidentemente il destino aveva scelto un’altra grande occasione, per lui. Un’altra chance e in un altro teatro. Beh, il debutto, o meglio il primo ballo in un gran gala da smoking e brillantina, ora è pronto. E l’emozione è già schizzata in cima ai capelli. Seppur ben controllata.
LA FORTUNA – Sì, perché nonostante sia ancora giovane, Lorenzo ha già dimostrato di saper gestire al meglio certe sensazioni: è accaduto in Nazionale, ad esempio, in occasione della prima assoluta andata in scena contro Malta a Modena: Prandelli lo lancia nel secondo tempo e lui incanta. Con naturalezza. Con il piglio dei veterani, nonostante l’etichetta del deb ragazzino. Il talento, del resto, è cristallino: padronanza assoluta di mezzi e di giocate, per Lorenzo, che però è costantemente tenuto in osservazione dai colleghi più esperti e dal tecnico. Sì, gente come Mazzarri o magari Cannavaro e Cavani è perfettamente consapevole di quanto valga quel genietto di centosessantatre centimetri d’altezza e mille e più risorse, ed è proprio per questo che i consigli non mancano mai. Mai. Una fortuna vera per Lorenzo avere certi maestri; una fortuna vera per il Napoli avere Insigne.
LA SFIDA – Quella di oggi, tra l’altro, sarà una sfida interessante anche in chiave futura: da un lato lui, il Bimbo d’oro, lo scugnizzo di Napoli; dall’altro Stephan El Shaarawy. Che insieme con Lorenzo e con Marco Verratti è di certo il miglior prodotto della nuova leva azzurra. Gagliardi a dire poco, i due attaccanti. Giovani, pettinati alla moda e vincenti: non hanno ancora alzato trofei, per carità, ma è presumibile che in Brasile, nel 2014, ci saranno entrambi al prossimo Mondiale. Futuro, dicevamo. Sono il futuro.
CHE CHANCE – Il presente, nel frattempo, racconta qualcos’altro di molto interessante: la squadra di Mazzarri ha necessità assoluta di continuare a tenere un passo da tre punti, mentre quella di Allegri è condannata a vincere per non continuare a perdere terreno. Partite come quella di oggi valgono da sole milioni di stimoli, ma oltre al consueto aspetto passionale c’è anche un’ottica concreta da tenere ben presente. Tante, tantissime le occasioni elencate nel menù: collettive e individuali. E allora, ecco perché Insigne al posto di Pandev, e al fianco di Hamsik e Cavani, sarà un aspetto stuzzicante e interessante come pochi. Ecco perché il popolo urlerà per lui, per lo scugnizzo. La notte è sua. Come il futuro.
A.S.