Ragazzi, niente scherzi. Due anni fa, proprio nei play-off, la Bielorussia ci mandò all’inferno eliminando l’Under di Casiraghi sia dalle finali europee che dalle Olimpiadi di Londra. Stavolta c’è la Svezia, c’è un altro gruppo e un altro tecnico federale, ma l’imperativo è quello di sempre: qualificarsi. Andata e ritorno in quattro giorni e scoprirsi a giugno al sole d’Israele davanti a una spremuta di pompelmo. L’Europeo dei ragazzi è così: vinci dominando un girone ma non sei ancora qualificato: si passa dall’imbuto degli spareggi che spesso fanno vittime illustri. Regolamento da rivedere, ma all’Uefa ci arrivano sempre tardi…
ESAME MANGIA – Ciro Ferrara ha lasciato gli azzurrini con un primo posto nel girone e un gioco scintillante. Mangia ha preso la squadra in corsa, e non gli pareva vero di debuttare con un 3-0 in Olanda. Da stropicciarsi gli occhi. Ma, a qualificazione raggiunta, ecco il black-out di Casarano contro l’Irlanda: 2-4 in un pomeriggio da cani. Un ko del tutto episodico o un primo campanello d’allarme? Sacchi è andato da Prandelli a farsi ridare qualche gioiello promosso nella maggiore. Non sarebbe bello finire eliminati per la seconda volta consecutiva dopo aver vinto cinque europei negli ultimi 20 anni. Prandelli ha restituito Insigne ma si è preso El Shaarawy, ha dato Borini che però ieri si è dovuto fermare per il persistente dolore alla caviglia. La risonanza magnetica all’ospedale di Pescara ha evidenziato una frattura pregressa dello scafoide del piede destro. Borini stasera sarà in tribuna per vedere la partita e poi tornerà a casa per curarsi. Strano che a Liverpool non abbiano capito qual era il problema.
In fin dei conti, Destro a parte, quello che veramente sarebbe servito a questa Under 21 era Verratti, che dà tempi e modi di stare in campo a tutta la squadra. Ma da questo orecchio Prandelli ha fatto finta di non sentirci. Così Mangia deve inventarsi il centrocampo con un dubbio che coltiverà fino a pochi minuti dall’inizio: schierare accanto a Marrone un regista che non lo convince troppo (Fausto Rossi) o ancora troppo acerbo (Viviani), oppure optare per un Florenzi che dove lo metti sta bene, con l’inserimento del buon Saponara sulla fascia.
In fin dei conti, Destro a parte, quello che veramente sarebbe servito a questa Under 21 era Verratti, che dà tempi e modi di stare in campo a tutta la squadra. Ma da questo orecchio Prandelli ha fatto finta di non sentirci. Così Mangia deve inventarsi il centrocampo con un dubbio che coltiverà fino a pochi minuti dall’inizio: schierare accanto a Marrone un regista che non lo convince troppo (Fausto Rossi) o ancora troppo acerbo (Viviani), oppure optare per un Florenzi che dove lo metti sta bene, con l’inserimento del buon Saponara sulla fascia.
I BABY DI ZEMAN – Tornano a Pescara cresciuti in tutti i sensi. E avranno solo applausi anche se ormai non appartengono più alla favola del Pescara zemaniano. Sono Lorenzo Insigne e Ciro Immobile, i due attaccanti che a suon di gol hanno riportato in A la squadra abruzzese. Per i tifosi dell’Adriatico sarà una vera e propria rimpatriata. La festa sarebbe completa se i due ragazzi spingessero la squadra azzurra oltre l’ostacolo con i loro gol. Il ragazzo del Napoli dà il cambio ad El Shaarawy ma non è una bocciatura. Meglio due partite da protagonista qui che magari qualche minuto con la banda Prandelli. Lui ha testa, furbizia e carisma per trascinare questa Under 21 alle finali.
SERENITA’ – E’ quella ostentata da Devis Mangia: «Non carichiamo troppo questa doppia sfida. In fondo sono due partite di calcio e vogliamo giocarcele bene, cercando di vincere e di far divertire la gente. Nessun rimpianto per Verratti o El Shaarawy. Il compito dell’Under 21 è quello di dare giocatori alla nazionale maggiore. Io qui ne ho 25 e avrei potuto chiamarne anche di più. Bastano questi. Mi aspetto una squadra pronta e consapevole. Diciamo quella del mio debutto in Olanda di due mesi fa».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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