Il piccolo chimico cento ne fa e altrettante ne inventa: e in quattro mesi quattro, in quel laboratorio con autorevoli ed illustri colleghi in camicie bianco, la formula magica che ha reinventato il Napoli è venuta fuori usando il cervello e la materia grigia, il talento ch’è in lui e qualche appropriazione sul presente. Ladies & gentlmen, l’Insigne «signorino» del gol s’è fatto grande: un gigante tra quei Gulliver da scudetto, l’oro di Napoli che brilla di suo e che acceca, abbaglia e intriga assai, perché il futuro è (ancora) un’icongnita ma promette assai. Napoli-Bologna, a pensarci bene, è la prima, autentica primaria dell’attacco, un one to one scatenato da quell’esplosione annunciata e però imprevedibile nei contenuti, un ballottaggio suggerito e anzi imposto dal campo, l’unico vero grande elettore del calcio.
AVVICENDAMENTO – Gioca Insigne e sembra non ci siano dubbi, né perplessità, né pretattica, né un tecnico combattuto su una scelta suggerita (anche) da san Siro: gioca quel «monello» ribelle all’ordine costituito, impermeabile persino a qualche rimprovero di troppo che gli muove Cavani, dunque libero mentalmente di osare, scugnizzo «dentro» e capace di arrivare sin dove lo trascina l’istinto, andando sistematicamente a cercare la palla a giro sull’angolo lontano o sfidando con una volée la banalità del calcio. Gioca Insigne e Pandev sta a guardare, almeno in avvio, perché intanto i test hanno indirizzato Mazzarri a insistere su quella genialità che non si pone limiti, né si piega a condizionamenti: e in quel diavoletto che ha incanto Zeman e l’ha fatto innamorare, c’è la sintesi del fuoriclasse al quale concedersi. Gioca Insigne che con il Milan ha contribuito a far la differenza nella fase iniziale e che a Cagliari s’è calato nel ruolo della prima (e unica) punta, sapendo far reparto da solo, che con il Pescara ha sbalordito con un lancio no look per scatenare Cavani e che al Meazza, di fronte all’Inter, non s’è perduto d’animo e s’è preso l’ennesima citazione. Gioca Insigne, perché non è necessario – per ora – segnare come un anno fa, ma dimostrare la propria utilità per il Napoli, all’inseguimento di Madame. La (ennesima) notte di Lorenzo è illuminata da una stellina.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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