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Insigne-Giovinco: la fantasia al potere

Sabato si sfidano due dei talenti più bassi del campionato. Lorenzinho vuole alzare la Supercoppa

Sfida tra “colossi”. Si fa per dire. Tra pulci forse, e non è un’offesa. Se solo si considera che questo soprannome ce l’ha un certo Lionel Messi. Sabato (ore 14 italiane) allo stadio “Nido d’uccello” si  affronteranno due dei fantasisti più piccoli del campionato di serie A. Da una parte Lorenzo Inisigne,  dall’altra Sebastiano Giovinco. I due piccoletti si dovrebbero incrociare nella ripresa poiché il bianconero è  certo di partire titolare, l’azzurro dovrebbe entrare a gara in corsa. Davanti al talento di Frattamaggiore ci sono Pandev e Cavani di cui Mazzarri non può fare a meno. Ma subito dopo viene lui. Ed è già una grande cosa poiché non è facile poter far parte di un Napoli già rodato e vincente. Il pupillo di Zeman si è subito integrato nel gruppo partenopeo, ci ha messo poco a diventare protagonista in meno di due mesi. A volerlo a tutti i costi è stato De Laurentiis e lui sta ripagando la fiducia del presidente ma anche quella di Mazzarri in modo esemplare.  Le storie di Insigne e Giovinco si somigliano molto. Fortunatamente, però, il Napoli non ha dovuto pagare niente per riportare a casa il suo talento mentre la Juventus ha dovuto riscattare la “Formica Atomica” dal Parma. Entrambi hanno fatto la trafila nel settore giovanile delle rispettive squadre. In momenti diversi, però. Loren zinho è nato nel ’91, Sebastiano nell’87. C’è una differenza di tre anni. I due club decisero di spedire i propri ragazzi a fare le ossa altrove. Giovinco prima all’Empoli. In Toscana fece  bene e tornò alla base. Un’altra stagione in bianconero e poi il trasferimento in comproprietà al Parma  dove ha fatto faville. Al punto che questa estate Marotta ha bussato alle porte di Ghirardi per riacquistarlo. Con la speranza che sia la stagione della definitiva consacrazione. Altrimenti sarebbe stato inutile farlo tornare. Insigne esordì col Napoli nella stagione 2009-10 dopodiché vestì la casacca della Cavese prima di andare dal Foggia di Zeman. In 33 presenze realizzò 19 reti. Un successone, al punto che il boemo lo volle a  tutti i costi al Pescara. È stata la miglior scelta che potesse fare poiché in Abruzzo ha vinto il campionato mostrando tutte le sue qualità. Il club biancazzurro l’avrebbe voluto tenere ancora ma De Laurentiis non ha sentito ragioni: «Lorenzo torna da noi e basta». E così è stato.  Una cosa è certa, i due fantasisti offrono uno spettacolo che altrove non si vede. Sono dotati di grandi numeri e sfruttando il baricentro basso sanno saltare bene l’avversario e calciare in porta. Insigne e Giovinco hanno un’altra cosa che li accomuna. Entrambi devono far dimenticare rispettivamente Lavezzi e Del Piero. Due totem di Napoli e Juventus che i tifosi difficilmente dimenticheranno. Il Pocho è stato fondamentale per la crescita della nuova società di De Laurentiis. Pinturicchio è stata la bandiera della Signora per diciannove anni. Praticamente una vita. Alla fine dello scorso anno calcistico entrambi sono andati via. L’argentino si è fatto ammaliare dalla sirene  milionarie del Paris Saint Germain, l’attaccante ha avuto il benservito dalla famiglia Agnelli. I tifosi hanno perso dei punti di riferimento che potrebbero trovare in Insigne e Giovinco. Il talento non si discute, sono due campioni, lo juventino ha già dimostrato al Parma cosa è capace di fare mentre l’azzurro si è messo in mostra solo in serie B col Pescara. Ma chi sa giocare bene lo fa in qualsiasi categoria.  Il sogno di entrambi è partire con il piede giusto in questa stagione. La Supercoppa è più legato al marketing che all’aspetto calcistico ma si tratta pure sempre di un trofeo. Ed è bello alzarlo. Per i due piccoletti, poi, sarebbe il primo della carriera e quindi hanno voglia di vincere a tutti i costi. Magari giocando bene e diventando protagonisti. Insigne sogna un gol all’odiata Juventus e dovesse segnarlo diventerebbe da subito il beniamino della piazza. Al posto di Lavezzi, naturalmente poiché Cavani per ora non si tocca.

Fonte: Salvatore Caiazza per Il Roma

La Redazione

M.V.

 

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