NAPOLI. È stato Lorenzo Insigne il testimonial della prima edizione della “Junior Tim Cup – il calcio negli oratori”, che si è tenuta ieri pomeriggio all’istituto Antoniano dei Padri Rogazionisti in viale dei Pini. Il grande oratorio sito nella zona nota come la “Pineta”, ai Colli Aminei, da decenni abbraccia generazioni di bimbi che praticano sport e crescono insieme. Un punto cruciale del quartiere, che aiuta tanti bimbi e ragazzi a socializzare, proteggendoli dai rischi di una vita di strada.
E chi meglio di Lorenzo Insigne, un “ragazzino” come loro diventato poi un campione, poteva sorteggiare i due oratori che si sfideranno al San Paolo il prossimo 7 aprile, prima della partita di campionato tra Napoli e Genoa. Accompagnato dal team manager Peppe Santoro, l’attaccante partenopeo è stato accolto da una vera e propria “marea” di ragazzini entusiasti, che la sala del centro a stento conteneva. È stata presentata l’iniziativa, che debutta quest’anno per iniziativa della Lega Calcio, e che coniuga il mondo del calcio della Serie A con quello degli oratori di città e periferia. Un abbraccio ideale tra due universi in apparenza così distanti. A finanziare la manifestazione parte delle ammende inflitte a società e giocatori, che d’ora in poi serviranno anche a sostenere parte delle strutture e dei loro tantissimi giovani ospiti. La mano di Lorenzo Insigne ha pescato gli Oratori “Sacri Cuori” di Castellammare di Stabia e “Parrocchia del Divino Maestro”: saranno questi a scendere in campo il domenica 7 Aprile 2013 poco prima del fischio d’inizio di Napoli-Genoa, coi bambini che quindi avranno l’onore di mandare i ragazzini in campo al cospetto del grande pubblico dello stadio.
Grandissimo entusiamo per Lorenzo Insigne, che si è intrattenuto con i ragazzini e qualcuno di loro ha fatto anche qualche domanda al campioncino di Frattamaggiore. Tante le curiosità, che Insigne ha soddisfatto intrattenendosi con i bambini: «Io non ho cominciato in oratorio, ma direttamente in scuola calcio. Prima giocavo in strada e sul terrazzo. Ricordo che gli adulti non volevano farmi giocare perché dicevano che ero troppo piccolo e avevano paura che mi facessi male. Però poi quando mi hanno messo in campo non mi hanno tolto più…». Un bimbo ha chiesto a Insigne dove ha imparato a fare tutti quei dribbling: «Non è una cosa che si impara – ha risposto l’attaccante – di sicuro si può migliorare, ma non si studia per imparare a farli. Mi riescono perché vado in campo per divertirmi, non lo vedo come un lavoro». Un ragazzino molto arguto chiede a Insigne se sente il peso di giocare in una squadra con oltre 80 anni di storia: «Sicuramente sento che è una maglia importante – risponde Lorenzo – ma non lo vivo come un peso. Il Napoli ha una storia bellissima e spero di farne parte. Per me è un onore e un’emozione continua, ogni volta che indosso questa maglia». Un altro ragazzo chiede all’attaccante azzurro se si aspettava di giocare così giovane titolare nel Napoli. Anche se titolare proprio non lo è, Insigne risponde sorridendo: «Onestamente non mi aspettavo di arrivare così presto a certi livelli. Riguardo il Napoli sicuramente era un sogno per me, ma non posso dire che mi aspettavo di riuscirci. Io cerco di dare il massimo e di divertirmi, aiutando sempre la mia squadra. Sono molto giovane ed è un onore essere arrivato così presto a giocare nel Napoli, ma questo non vuol dire che sono esperto, anzi. Devo migliorare tantissimo e ho tanto da imparare».
Insigne poi augura a tutti i ragazzi dell’oratorio “Padri Rogazionisti” di divertirsi, e perché no, un futuro roseo: «Vi auguro di trovare la vostra strada, spero che sia nel mondo del calcio. Datevi da fare». Poi l’assalto dei bimbi e dei ragazzi che sgomitavano per una foto e un autografo: l’attaccante accontenta tutti con due foto di gruppo, e dopo aver ricevuto la maglia dell’oratorio della pineta si allontana accompagnato dal team manager partenopeo.
Fonte: Il Roma
La Redazione
L.D.M.
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