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Insigne, fame di Juve. Il suo agente: “Da sempre sogna un gol ai bianconeri”

AMARI PRECEDENTI – E allora, la lunga vigilia della quarta volta di Insigne con la Juve. Riepilogo: 90 minuti da titolare, con il marchio del più vivace e pericoloso, nell’amaro 3-0 incassato all’andata a Torino; poi, a ritroso, nella stagione precedente sono stati 24 i minuti collezionati al San Paolo in occasione dell’1-1 del ritorno, e 6 quelli archiviati allo Juventus Stadium all’andata, in coda al 2-0 incassato dalla squadra che fu di Mazzarri. Stop. Null’altro da aggiungere. Se non un riscaldamento prolungato in Supercoppa, stritolato dall’afa dell’estate 2012 di Pechino, vanificato dall’epilogo carico di veleni e cartellini rossi che obbligò l’ex allenatore e rivedere l’idea di spedirlo in campo.
IL CHIODO – Insomma, a conti fatti, Insigne e la Juve si sono incrociati quattro volte, e il bilancio è da brividi: tre sconfitte e un pareggio. Urge voltare pagina e anche stravolgere totalmente il copione: se la sente, Lorenzo? «Lui ha un chiodo fisso: segnare un gol alla Juve». Parola del suo manager, Antonio Ottaiano, che a radio Crc lo ha detto senza mezzi termini. Sì, ha raccontato un chiodo che poi è un sogno, un’impresa, un fotogramma da conservare nel cuore e nella mente e magari anche in casa, in una bacheca, da allestire ad hoc al momento giusto.
CHE VETRINA – Di certo, per lui, la partita di oggi, illuminata dalle luci del San Paolo e riscaldata dalla passione del popolo azzurro, il suo popolo, è la vetrina migliore possibile in vista-Mondiale: gli occhi del ct Prandelli, e facciamo anche del mondo intero, considerando l’infinita eco mediatica di questa sfida, saranno anche su di lui. Sulle sue giocate, sul suo talento, sulle invenzioni e le idee che dovranno aiutare il Napoli e i suoi colleghi a brillare come mai nelle ultime settimane. Vale tanto davvero, la partita con la Juve, e non soltanto in termini emozionali: è fondamentale per continuare a credere nel secondo posto, blindare la Champions, guadagnare fiducia e poi esperienza quando c’è da fare sul serio. Può bastare, no?
CUORE AZZURRO – Insigne è perfettamente consapevole di tutto ciò, e a dirla tutta non è parso secondo a nessuno sotto l’aspetto della dedizione e del sacrificio: c’è da innescare le punte, si innescano le punte; c’è da correre su e giù per la fascia, si sgobba; c’è da fare anche il lavoro del terzino, no problem. A 22 anni, con il talento naturale che si ritrova, dimostrare maturità vale quanto segnare un gol. O giù di lì. Perché sia chiaro: i desideri sono il sale della vita, ed è per questo che vanno coccolati, cullati, coltivati, inseguiti, alimentati. «Ha un chiodo fisso: segnare alla Juve». Tutto chiaro: si chiama Lorenzo Insigne, è nato a Napoli ventidue anni fa, gioca nel Napoli e oggi ha tutto il diritto di sognare. E con lui un’intera città.
Fonte: Corriere dello Sport
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