Piccolo, scuro, cattivo, pieno di tatuaggi. Eppure a Pescara impazziscono per lui, Lorenzo Insigne, appena 20 anni e un concentrato di talento, velocità, determinazione. Non è altissimo, ma come per la nitroglicerina ne basta una goccia. L’exploit di Bari, nell’anticipo di venerdì sera, lo ha rispedito sotto i riflettori dai quali, comunque, non si era mai allontanato perché la classe è tanta e tra media e addetti ai lavori lo stanno attenzionando a dovere da tempo. Il fatto, semmai, è che stavolta l’ha fatta grossa.
INCREDIBILI GOL – Il primo dei due gol al San Nicola è stato davvero incredibile, con colpo di tacco e gioco di prestigio sulla linea di fondo prima di uncinare l’incredulo Lamannna, tanto da sollecitare paragoni scomodi (il nuovo Lavezzi?).
PARAGONI– Cosa che Insigne non vuole. «Non mi sento un fenomeno, se in mezzo al campo provo delle giocate che a volte mi riescono non è certo per irridere gli avversari, ma solo per provare a fare gol. A Bari mi è andata bene (e ha potuto dedicare la doppietta alla fidanzata Sabrina, ndr), altre volte no. Però io ci provo sempre».
Idee chiare, soprattutto seguace della filosofia zemaniana. Altrimenti perché il boemo se lo porta sempre dietro? «Il mio sogno è arrivare in serie A col Pescara e vestire in futuro la maglia del Napoli con la quale vincere qualcosa d’importante. Fa piacere ricevere complimenti e leggere la nostra classifica. Certo se il campionato finisse oggi! Però sappiamo che non è così. C’è tanto da lavorare, tanto da migliorare, non possiamo permetterci di guardare oltre il prossimo impegno. Perciò ho già dimenticato le feste di Bari e sono concentrato solo sul Varese».
GOL A VOLONTA’ – Il Pescara quest’anno ha segnato contro tutti, è la squadra più prolifica con 29 gol in molti dei quali c’è lo zampino di Insigne che da venerdì sera si è pure messo a inseguire Immobile e Sansovini, nella classifica cannonieri. «Ma senza equivoci – precisa – tra noi non c’è concorrenza, anzi. Per me va benissimo anche se segna il portiere. Stiamo andando bene, ma il campionato è ancora troppo lungo per autorizzare divagazioni. Sarebbe davvero prematuro, siamo una squadra molto giovane e ci vuole poco a vedere i tanti complimenti trasformasi in critiche. E per me singolarmente vale lo stesso discorso. Immagino di essere sotto osservazione, come d’altronde tanti giovani, so che bisogna darci dentro. A costruire ci vuole tempo, a vedere sfumare tutto molto meno». Capita l’antifona, ci si vede martedì all’Adriatico: è in programma un nuovo show.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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