Rafa Benitez lo cinge con una mano sulla spalla. È un padre più che un allenatore. Trenta metri passeggiando insieme tentando di asciugare le lacrime di Insigne. «Che cosa gli ho detto? Che sta facendo un buon lavoro, che sono contento, che il gol arriverà e che non deve avere ansia». È l’immagine che rimarrà di Napoli-Sampdoria al triplice fischio dell’arbitro. La squadra sotto la curva per salutare i tifosi. Poi, riguadagnando gli spogliatoi, l’abbraccio fra tecnico e giocatore.
Già, perché Lorenzo, al termine della partita, si era accasciato a terra nella disperazione. Poi, una volta rialzatosi, si è coperto il volto con le mani. Pianto di un ragazzo che non riesce a sbloccarsi. Il gol per un attaccante è molto, è tutto. Ed in campionato lui manca all’appello con la gioia dal 21 aprile dello scorso anno. Napoli-Cagliari, partita bloccata sul 2-2 fino alla rasoiata di destro che si insacca alle spalle di Agazzi e regala tre punti sudatissimi alla banda di Mazzarri. La squadra su Insigne, salvatore della patria come spesso ha dimostrato di poter fare. Pazienza se quest’anno è stato incisivo in almeno cinque occasioni come gli assist che ha servito. Se ha segnato in Champions due volte contro il Borussia Dortmund con una punizione passata agli annali. Manca il gol in serie A. Certe volte può affiorare il nervosismo come contro l’Inter quando Pandev ha tirato il rigore, poi fallito, nonostante fosse il ragazzo di Frattamaggiore il designato. E lui lo ha mandato a quel paese. Poi tutto rientrato. «L’importante è l’impegno che ci mette in allenamento e quello che fa vedere in campo. È chiaro che la stampa scrive e cominciano le voci ma lui deve guardare avanti e va sostenuto», il mantra di Benitez in sala stampa su Lorenzo. Ma il gol per un attaccante è tutto.
Contro la Sampdoria Insigne ci ha provato, non sorretto da una condizione eccellente ha spesso provato lo spunto con un dribbling di troppo ma quando la squadra ha accelerato lui ha dimostrato di esserci. Una partita che non andrà negli annali delle sue migliori prestazioni ma quando ha calciato alto la palla gol da ottima posizione a due minuti dalla fine anche il San Paolo ha capito e lo ha applaudito. «Ha 22 anni deve crescere, non deve preoccuparsi, il gol arriverà». E se lo dice Benitez, il tecnico che più di ogni altro gli sta dando fiducia c’è da credergli.
Fonte: Il Mattino.
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