NAPOLI – L’immagine che sembra simbolo. Il piccolo che diventa grande. E si issa. Più alto di tutti. Come una bandiera da piazzare sul territorio finalmente conquistato. «Era da troppo tempo che non vincevamo al Bentegodi». Insigne sulle spalle di Pepe Reina. S’arrampica, svetta, è un gigante. La foto sul profilo twitter del portiere è il ritratto della felicità. Un metro e sessantatré centimetri di talento che raddoppiano, quasi si moltiplicano. Diventa enorme, Insigne. Come fa sul campo: là dove l’unica misura certa è solo quella dei suoi passaggi. Precisi, al millimetro, dritti sul piede. Assist che sono gol. Il primo gol. Che è perciò per sempre e non si dimentica mai. La pepita per il Pipita. L’oro di Napoli per la gemma argentina. Insigne per Higuain. Tempi giusti d’inserimento, movimenti sincronizzati, il pallone accarezzato, uno due e via.
LA GIOIA – Higuian, Insigne, Higuain: l’azione è già archivio per la memoria, la soddisfazione è invece tutta da raccontare il giorno dopo al sito ufficiale della società. «Sono contento per Gonzalo. Aspettavamo tutti questo momento. E’ stata una gioia. Ancor più per me che gli ho fatto l’assist». La traiettoria perfetta. Esultanza, abbracci e partita chiusa. Quella che Insigne neanche pensava di giocare. Storie di un turn over continuo e di una formazione che Benitez svela soltanto e davvero un’ora e mezza prima dell’inizio. Pandev titolare, Insigne fuori: queste le indicazioni, le sensazioni, gli indizi delle pettorine per tutta la settimana. Poi la decisione di Rafa. O almeno, la comunicazione. Tutto ribaltato. Il mistero diventa sorpresa. L’illusione, rassegnazione. L’amarezza, carica. Gioca Insigne. E’ il Benitez che non t’aspetti. Imprevedibile. Proprio come sette giorni prima. Quando era però certo di partire dall’inizio e si ritrovò in panchina.
Insigne titolare. Largo a sinistra nei tre dietro Higuian. Esterno però libero d’accentrarsi, tagliare, dribblare e tirare, cercando sempre di piazzarla, di metterla sull’altro palo. Quello ch’era di Del Piero, l’idolo, e adesso è il suo. Insigne a girare, una specialità. C’ha provato pure al Bentegodi. Parato il primo, fuori il secondo.
FANTASIA – E allora meglio l’assist per Higuain. Decisivo comunque: quattro a due e vai che è fatta. «Una vittoria importantissima su un campo duro, tre punti fondamentali per la classifica». Napoli primo. Addirittura solo per qualche ora. Eppure già abbastanza per vedere l’effetto che fa a stare lassù solitari, e immaginarsi così anche a fine stagione, e proiettarsi con la mente a quel che potrebbe essere. Tre punti ottenuti sul campo peggiore. Tradizionalmente sciagurato. Un tabù. Ora sfatato. «E’ sempre stato difficile. Perciò siamo orgogliosi. Vincere a Verona è stato importante». Forse anche un segnale. Un presagio. Simbolico. Quel che è già, un simbolo, anche Lorenzo Insigne. Svezzato, cresciuto e ora grande. Il Totti napoletano che è forse, e anche, “capitan futuro”. La fascia il sogno di uno scugnizzo con la maglia azzurra. Cannavaro il titolarissimo, Hamsik il sostituto, Insigne l’ultimo di un’eredità lontana che un giorno sarà comunque sua. «Che bello vincere con tanti tifosi al seguito. Ce n’erano davvero tanti a Verona. Si sentivano, eccome. La vittoria è per loro. Siamo fieri di renderli felici. Per loro daremo sempre il massimo, faremo di tutto per accontentarli». Detto e soprattutto fatto. Buona la prima, buonissima la seconda e ora la terza. Dopo la sosta però. Perché l’azzurro ha più sfumature. E sono tutte di Insigne. Scudetto e mondiali. La doppietta è un obiettivo. Ha impressionato Benitez e stupito Prandelli. Che l’ha elogiato, indicato come modello per i giovani e ovviamente convocato. E’ nella lista per la Bulgaria e la Repubblica Ceca. Insigne per tutti. Per tutto. Napoli e Nazionale. Assist e gol. E con personalità. Quella che ti dà il coraggio di osare. Tentare. Provare quel che gli altri fanno fatica anche a pensare. Palla dentro per il Pipita a Verona e gol. Palla a giro contro il Pipita in Nazionale e gol lo stesso. Insigne e Higuian sempre protagonisti. Meglio se insieme però..
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
L.D.M.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro