Un desiderio che fa tanto rima con l’affermazione in contemporanea di uno dei procuratori di Lorenzo Insigne, Fabio Andreotti, che insieme con Antonio Ottaiano, assiste il tamburino di Frattamaggiore. «Il futuro di Insigne? Benitez ha dimostrato di avere fiducia e stima per Lorenzo e il mio assistito ha sempre detto di voler restare in azzurro», ha sottolineato Andreotti nel corso un intervento a CRC.
– Jorginho e Insigne, entrambi classe ’91, neanche cinquant’anni in due, rappresentano il futuro del Napoli. Ed entrambi sono rimasti rapiti dal progetto, dalle ambizioni del club, dall’affetto dei tifosi. Ma se per Insigne il sogno di restare per sempre in azzurro non rappresenta una novità dal momento che è cresciuto nel vivaio del Napoli e che sente cucita addosso quella maglia, per Jorginho si tratta sicuramente di una piacevole sorpresa.
Applausi sentiti a Brusciano nell’impianto del gruppo Piccolo per il giovane nato in Brasile ma cresciuto praticamente in Italia e in particolare nel Veneto da dove era partito anni fa un suo antenato. Quella dichiarazione d’amore lanciata peraltro al cospetto di Edoardo De Laurentiis, vice presidente del Napoli, e raccolta da centinaia di studenti delle scuole medie di tutto il circondario. «Sì, mi trovo bene in questa città e in questa squadra. Non pensavo di ambientarmi così presto», ha confidato il talento di Imbituba per cui il Napoli ha dovuto sobbarcarsi un investimento importante (circa dieci milioni di euro) per sottrarlo alla concorrenza.
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– Con il centrocampista, tanto apprezzato da Benitez, insieme a Insigne, c’era anche Henrique, brasiliano anche lui e altrettanto stregato dal calore dei tifosi del Napoli e dalle ambizioni di una squadra destinata a crescere sempre di più. I due hanno improvvisato un fuori programma divertente quanto gradevole: il difensore si è messo a ballare e cantare sulle note de «’O surdato ‘nnamurato» mentre Jorginho, meno sfrontato, ha diretto l’orchestra.
Delle ventotto presenze accumulate in serie A, Jorginho ne ha collezionate già undici con il Napoli (altre tre in Coppa Italia). Nelle ultime cinque ha giocato sempre titolare. In alcune partite ha brillato, in altre meno. Tutto previsto. L’italo brasiliano soffre quando incrocia avversari votati esclusivamente all’agonismo. Ma per il futuro, Benitez crede ciecamente nelle sue qualità tecniche e nella sua abilità al fraseggio. Così come crede in Insigne. Due giovani che dovranno rappresentare dei punti fermi per il Napoli che verrà. E se il gioiello cresciuto in casa nutre forti ambizioni di partecipare al Mondiale, Jorginho, invece, no. Ha optato per nazionale italiana, rifiutando quella brasiliana, ma per un cavillo burocratico non può essere convocato. E allora il sudamericano allevato in Italia si consola con il suo nuovo amore, giurandogli fedeltà a vita e sperando di poter alzare al cielo la Coppa Italia e chiudere il campionato da protagonista.
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