E quando il gioco si fa duro, i «fenomeni» (nel loro piccolo) si mettono a giocare: con le finte, con i dribbling, con le veroniche, con l’assalto frontale e con quello laterale, con una genialità che schizza via dalla panchina e va ad infondere coraggio al Napoli. Luci all’Olimpico e allora basta un clic, un destro o un sinistro di Lorenzino Insigne, che disegna traiettoria deliziose, che si lascia venire idee meravigliose per spingere Hamsik nello spazio, per provare a stimolare Pandev, per cercare Cavani, per lanciare segnali al campionato, per far nascere ulteriore dubbi in Mazzarri, per alimentare l’ennesimo ballottaggio. E’ il clima politico, pardon calcistico, che l’impone.
Insigne, che serata è stata?
«Tutta sommato buona, perché siamo riusciti a raddrizzare la gara. Si era messa male, ma abbiamo reagito e l’abbiamo afferrata con un finale travolgente. Bella forza, dai».
Ma bello Insigne, soprattutto lui: l’ha cambiata il dodicesimo uomo in campo, come si usa ormai dire sull’enfant prodige, dunque su di lei.
«Io ragiono pensando al gruppo e devo dire che siamo stati capaci di guadagnare un pareggio, ch’è sempre meglio di perdere. E per quanto mi riguarda non posso negare che sia contento d’aver creato qualche preoccupazione alla Lazio. Se ciò è capitato, però, è anche merito dei miei compagni».
Finale arrembante, tutte le punte in campo: va a finire che mette in imbarazzo Mazzarri.
«Io mi ritengo fortunato, perché alla mia età ho la possibilità di giocare al fianco di campioni di questo spessore: nessuno può allenarsi con Cavani, con Hamsik, con Pandev ed a me è concesso».
Continuando così, però, diviene inevitabile avere qualche chance in più.
«Io da quei tre lì posso soltanto imparare e continuerò a farlo. Poi deciderà il mister e le scelte di Mazzarri hanno per me valore assoluto: faccio quello che dice lui. Le decisioni le deve prendere l’allenatore e so bene che non è mai semplice poterlo fare, con una squadra nella quale c’è tanta abbondanza di talenti. Insigne ha tempo e intanto studia i grandi che sono al proprio fianco».
Domanda inevitabile: due punti persi o uno guadagnato? La Juventus se n’è andata.
«Noi dobbiamo pensare a noi stessi, non alla Juve. Il campionato è lungo Pensiamo a far bene, non guardiamo alla classifica, né alla Juventus. Vogliamo proseguire nel nostro percorso».
Per 45 minuti non c’eravate.
«La Lazio è una avversaria di indiscutibile valore, va tenuta presente anche la forza dei nostri avversari. E il primo tempo di Floccari e compagni è stato vibrante, hanno giocato ad alti ritmi e noi non riuscivamo a fare quello che volevamo, quello che in genere sappiamo fare. La forza del Napoli è però nella coesione: siamo un gruppo, non molliamo mai. Poi magari si può anche perdere, ma sempre a testa alta. Dallo spogliatoio, dopo l’intervallo, siamo usciti diversi: e si è visto».
Lo scudetto s’allontana ma resta a distanza abbordabile.
«Noi viviamo alla giornata, ora pensiamo alla Europa League, poi sfideremo la Sampdoria. Il campionato dirà dove potremo arrivare. Questo pareggio fa bene alla classifica ed anche al morale: usciamo rinforzati nella testa, credetemi».
Anche lei, nelle gerarchie….
«Io penso che Hugo ha fatto un gol-capolavoro e sono contento per lui, che è un ragazzo straordinario. E quanto a me, i complimenti mi fanno piacere, sia chiaro».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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