Tutti griffati Lorenzo Insigne. Il primo: assist pennellato da sinistra per il colpo di testa di Pandev. Il secondo: verticalizzazione improvvisa per Zuniga. Il terzo: rigore calciato con freddezza (e precisione) nonostante il giochetto di Muslera che ha cercato di fargli perdere la concentrazione. Distillato di campione autentico, dunque, alla ricerca della definitiva consacrazione. L’Insigne 2.0 si presenta in versione rinnovata e molto più determinata rispetto a quella dell’esordio caratterizzata da un approccio in punta di piedi in uno spogliatoio dominato dalla vena famelica di Edinson Cavani che finiva – in maniera inconscia – per condizionare il talento di Frattamaggiore, ultimo arrivato in un gruppo di campioni. Lo scotto del noviziato, adesso, è un ricordo e Lorenzinho lo sta dimostrando sin dai primi giorni di una stagione cruciale per la sua carriera. Sullo sfondo c’è il San Paolo da conquistare, all’orizzonte il ct Prandelli da convincere. Una maglia dell’Italia ai Mondiali in Brasile è il suo sogno, ma prima deve impressionare agli ordini di Benitez. Il feeling con Rafa è stato immediato: il nuovo modulo esalta la classe di Insigne che gioca nella posizione che preferisce. Esterno offensivo – meglio a sinistra che a destra – con licenza di puntare la porta avversaria e sbaragliare la concorrenza con la sua velocità. Il suo raggio d’azione è avanzato, tanto che la lucidità fisica è decisamente migliorata. Lunedì sera, nonostante il caldo torrido di Fuorigrotta, è rimasto pimpante fino al triplice fischio quando ha chiuso la sfida dagli undici metri mostrando una precisione chirurgica. Prossima tappa, l’Emirates Stadium di Londra, la casa dell’Arsenal. Il Napoli affronterà i Gunners e il Porto in rapida successione. L’obiettivo è ribadire una consapevolezza internazionale, già mostrata agli Europei con l’Under 21. L’Inghilterra, poi, ha un debole per Insigne. Il Sunderland lo ha corteggiato a lungo con tanto di richiesta ufficiale al Napoli e maxi-contratto (2 milioni di euro a stagione) al giocatore. Il no è stato immediato, Lorenzinho ha l’azzurro nel cuore tanto da essere disposto a rinunciare a dei soldi pur di vivere questa a v ventura. «Voglio rimanere qui a vita», è lo slogan pronunciato dal ragazzo che ha coronato il sogno di giocare nella squadra della sua città, al termine di una lunga trafila, resa difficile dai tanti rifiuti iniziali, basati su alcuni pregiudizi, tra cui la bassa statura (163 centimetri). Insigne è diventato un “gigante”, a suon di prodezze, da blindare con un nuovo contratto. I suoi procuratori ne stanno parlando con la società: un incontro è previsto la prossima settimana, al rientro del gruppo da Londra. Si lavora al prolungamento fino al 2018 con ingaggio raddoppiato rispetto a quello attuale (750 mila euro). Insigne è un marchio a denominazione di origine controllata. Un altro membro della famiglia, del resto, è pronto a sbarcare nel calcio professionistico: dopo Lorenzo e Roberto, finito al Perugia di Cristiano Lucarelli, è il turno di Antonio, il fratello maggiore. Dopo una vita sui campi di Eccellenza, ha firmato ieri sera con l’Arzanese che disputerà la Seconda divisione del campionato di Lega Pro.
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