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Insigne: “Coppa Italia e Brasile, io ci credo”

NAPOLI – Forse non è semplice provare a intuire cosa frulli nella testa d’un ventitrenne sballlottato da se stesso, dalle proprie emozioni, tra Frattamaggiore, l’Olimpico di Roma e il Brasile: perché è complicato calarsi in quel ruolo, sentire la fascia che stringe il braccio sinistro e va dritta al cuore, dopo essere entrato al san Paolo da capitano. Forse è umanissimo restare storditi, però senza perdersi, deambulare nel vuoto, in quella dimensione che pare surreale e che invece è realissima: perché tutto è accaduto e qualcos’altro potrà (potrebbe) capitargli. «Vorrei portare, con i miei compagni, la coppa Italia a Napoli; vorrei anche andare ai Mondiali». Volere è potere, altrove: ma questo è calcio e il 3 maggio ci sarà la Fiorentina e verso il check in per il Brasile c’è una ressa da restarne sommersi. «Io credo nei sogni e sto facendo tutto questo per il Napoli».

LE VOGLIE

– Meno sei: per potersi consentire di volare con la fantasia (e mica solo con quella); per lanciarsi in quell’Olimpico da vivere con gli occhi spalancati; per candidarsi ancora e ad oltranza per la Nazionale, ch’è l’ossessione di chiunque, figuratevi un po’ di uno “scugnizzo” di ventidue anni che ormai è nel giro da due annetti, che non ha praticamente saltato un raduno e che pure stavolta è piombato sulla “Freccia Rossa” ed a velocità supersonica è andato ad immergersi nella propria favola da principino azzurro. «Io penso di aver fatto bene anche contro la Lazio, in una partita difficile che siamo riusciti a vincere mettendoci tutto quello che abbiamo. Quei tre punti sono serviti per tenere la Fiorentina a distanza ragguardevole, per blindare un terzo posto che andrà difeso poi soprattutto a Udine ed a Milano con l’Inter, le uniche preoccupazioni attuali, perché alla finale di coppa Italia penseremo poi».

TUTTI I COLORI DI…

– C’è un calendario fitto fitto e c’è un campionario d’idee meravigliose che affollano la testa d’Insigne, in arte Lorenzo il Magnifico, e però tutte le strade conducono principalmente a Roma e poi dirottano verso Rio de Janeiro, San Paolo, il Brasile insomma, in quella dimensione galattica che diventerà il calcio da giugno in poi, in quel macrouniverso abitato dai fenomeni ai quali accostarsi per un po’, ripensando al tragitto: da Frattamaggiore sino alle stelle: «Io ogni volta che arriva la chiamata del ct sono a disposizione, ci mancherebbe: queste sono soddisfazioni che voglio vivere e che spero di meritare a lungo. Però mi piacerebbe anche altro: per esempio rientrare a Napoli con la coppa Italia in mano». Oh capitano!

Fonte: Corriere dello Sport

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